IL SETTORE GIOVANILE IN CAMPANIA (VOL.1)- La “corazzata” Napoli

Approfondimento sui settori giovanili in Campania

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Napoli- Da questa settimana iniziamo a effettuare un’analisi sullo stato di salute dei settori giovanili delle formazioni campane.

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Il calcio giovanile con ogni probabilità fungerà nella prossima stagione da vero e proprio polmone per quelle società che hanno dimostrato di credere davvero nell’importanza di costruire un vivaio di qualità. Chi ha scelto bene in passato, infatti, potrebbe molto presto ritrovarsi in casa calciatori pronti per la prima squadra riducendo le spese di mercato, o addirittura produrre dei veri talenti da cedere a peso d’oro a club più blasonati.

E la Campania è da sempre terra fertilissima di talenti, spesso sbocciati al Nord dove ci sono notoriamente più mezzi per acquistare e dare il convitto a campioncini in erba. Vero, spesso, ma non sempre perchè già il Napoli negli ultimi anni con l’avvento di Gianluca Grava a capo della cantera ha cercato di tamponare questa vero e proprio saccheggio.

I risultati sono sotto gli occhi  di tutti perchè il club partenopeo, pur limitato da un budget non certamente da TOP CLUB e attirandosi in alcune circostanze le antipatie di scuole calcio locali che preferiscono rinsaldare rapporti con altri club, ha saputo fare davvero bene.

Infatti le tre semifinali raggiunte (due nella categoria Under 15 e una con l’Under 17) nelle ultime due stagioni e un’altra annata di alto livello con le tre formazioni Under, improvvisamente interrotta causa COVID 19, sono la riprova che il vento è cambiato sicuramente. Chi scrive ha sempre ritenuto, a onor del vero, che la forza di un settore giovanile viene misurata dalla competitività della squadre più grandi e quindi non possiamo parlare di una cantera completamente funzionale.

La Primavera del Napoli quest’anno si è presentata ai nastri di partenza del campionato da “agnello sacrificale” con una rosa davvero “leggera” e debole per nutrire reali ambizioni di salvezza e forse solo questa ignobile pandemia potrebbe aver salvato gli azzurrini da una retrocessione già segnata lo scorso luglio.

La differenza è da ricercare nella mentalità perchè il club del presidentissimo Aurelio De Laurentiis non ha mai voluto partecipare ad aste anche per ragazzi di 17/18/19 anni, mentre i club fortissimi del Nord hanno nelle scorse estati destinato anche cifre a tanti zeri alla ricerca del crack.

La forte competitività del Napoli nelle categorie Under ,non a caso, nasce dalla bravura nel riuscire a pescare sul territorio giovanissimi calciatori, pagandoli cifre modeste in relazione all’età e accompagnandoli nella crescita anno per anno.

Questa politica ha sicuramente dato i suoi frutti ma per poter dire che la missione del “soldatino” Grava, eroe di mille battaglie in campo con la maglia azzurra, sia portata completamente a termine manca ancora un tassello: la costruzione di una Primavera che possa essere all’altezza del blasone del club.

Non ci sentiamo di voler dare consigli particolari alla società e, anzi, possiamo anche essere d’accordo sul non dilapidare diversi milioni in giocatori costruiti in altre piazze, ma se ci si vuole avvicinare alle potenze del Nord serve un ultimo importante sforzo: costruire rapidamente una cittadella moderna a disposizione delle formazioni giovanili.

Articolo a cura di Marco Lepore

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