CALCIO FEMMINILE – Nessun due pesi e due misure tra i due movimenti

Il campionato di serie A femminile potrebbe ripartire a settembre. In contrasto con il movimento maschile

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La riunione della Lega calcio dove ieri si è discusso del taglio degli stipendi, ha portato ad un accordo con i club, ma non con l’Aic che non ha gradito. Anche il calcio femminile vuol dire la sua e mette le cose in chiaro.

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Anche nel calcio femminile di questi tempi tiene banco il futuro del campionato in corso: si potrà o meno tornare in campo? Se sì quando? E se no come decidere se assegnare il titolo, quali squadre andranno in Champions League e quali retrocesse o promosse? Discorsi che di fronte a quanto accade attorno a noi perdono di significato perché tanti, troppi, sono i lutti e ancor di più le conseguenze nefaste per larghi strati della popolazione che già vivevano un’esistenza precaria e che ora rischiano di scivolare ancora più ai margini della società.

L’importante è che non vengano però prese decisioni diverse a seconda che si parli di calcio maschile e femminile. Negli ultimi giorni infatti si è fatta avanti l’ipotesi che il campionato femminile possa essere sospeso definitivamente con le ragazze che tornerebbero in campo solo nella prossima stagione. Un’ipotesi che cozza con la volontà di far concludere a tutti i costi – compreso giocare anche fino ad agosto, se non addirittura chiudere i campionati in corso a settembre/ottobre – i campionati maschili. Questo nonostante nella Serie A femminile siano molto meno le partite da giocare per concludere la stagione, mancano sei giornate al termine, e la prossima stagione partirà (se si terranno le stesse date dell’ultima) praticamente un mese dopo la partenza prevista dei campionati maschili.

Se si arrivasse a una decisione del genere (campionati maschili da concludere, campionati femminili no) si potrebbe pensare che alla base di tale scelta non ci sia la salvaguardia della salute degli atleti e dei tecnici, ma solo ed esclusivamente una motivazione economica visto che il movimento femminile muove molto meno soldi e può essere fermato come una qualsiasi categoria di calcio giovanile. Si tratterebbe di un passo indietro dopo le promesse di portare anche nel mondo femminile il professionismo.

La Redazione
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