GIOVANILI- L’amara verità e il patrimonio umano da non dilapidare

Approfondimento sul mondo del calcio giovanile ai tempi del Covid 19

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Cosa succede nel mondo delle giovanili in questo periodo drammatico non solo per il nostro paese ma che ha colpito tutto il mondo

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Damiano Tommasi e Gabriele Gravina stanno trattando da tanti giorni per decidere se e quando mandare avanti il circo del campionato perchè tornare a giocare significa salvaguardare la sopravvivenza di tantissimi club, già al limite del collasso economico.

E allora mentre questo tira e molla andrà avanti chissà ancora per quanti giorni c’è un mondo, quello del calcio giovanile, che ha sospeso come un pò tutti i comparti dello sport le sue attività a tempo indeterminato e sta provando a ragionare sul suo futuro.

La percezione da parte di chi osserva dall’esterno è purtroppo che il calcio giovanile non rappresenti affatto una priorità per le istituzioni in quanto non genera alcun denaro fresco nè ritorni immediati per le società e che se ripresa ci sarà in questa stagione difficilmente riguarderà i campionati giovanili.

Forse è vero che i risultati sportivi, in particolare l’assegnazione del titolo di campione d’Italia nelle categorie Under,  da sempre hanno avuto un ruolo relativo rispetto alla crescita di promettenti giovani calciatori da preservare.

Però per un attimo mettiamo da parte il portafoglio che sempre più spesso si sostituisce al cuore e proviamo ad andare oltre cercando di comprendere quali effetti questa terribile pandemia sta provocando sui giovani atleti. Già perchè questi ragazzi, alcuni con storie difficili alle spalle e col pallone come principale strumento di riabilitazione verso una vita normale, vivono ogni giorno nella speranza che il mattino dopo possa arrivare la chiamata per recarsi agli allenamenti.

L’obiezione potrebbe essere che questi giorni sono difficili per tutti, e in parte la accogliamo, ma se ci immedesimiamo in chi ogni pomeriggio è abituato a stare su un campo di calcio per gli allenamenti con mister e compagni e la domenica vive per essere supportato dagli spalti diventa più semplice comprendere il disagio vissuto.

Inoltre nella testa di molti di questi calciatori subentra anche un retropensiero sul prosieguo della loro giovane carriera che sicuramente non aiuta a essere sereni perchè, come sostiene da sempre chi scrive, questa potrebbe essere anche solo una bellissima parentesi di uno-due forse cinque anni da conservare tra i ricordi più dolci della propria vita.

Ultimo pensiero infine sulla categoria giovanile più importante, ovvero la Primavera: ogni anno ripetiamo che i ragazzi, anche quelli più forti, non arrivano quasi mai pronti al “salto” verso il professionismo e talvolta si perdono per strada. Il rischio è che questa impreparazione al termine di questa stagione possa aumentare ulteriormente perchè gli ultimi mesi normalmente rappresentano una palestra di importanza cruciale per la maturazione mentale.

L’appello allora in questi giorni non può che andare alle famiglie di questi giovani calciatori: provate voi a colmare il vuoto lasciato dalle istituzioni sportive e fate comprendere loro che non resteranno mai soli, ma soprattutto che la vera certezza è avere qualcuno che li sosterrà sempre, comunque vada..

Marco Lepore

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