Marisa Laurito: “Ora i giocatori devono darsi una mossa”

L’attrice: "io mascotte nell’87, scesi in campo per la festa da tifosa e da napoletana vorrei rivivere quel momento"

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Marisa Laurito, l’attrice, nominata direttore artistico della neonata Fondazione Trianon Viviani è da sempre in prima fila a sostenere la causa azzurra. Mascotte del Napoli durante l’era Maradona, il giorno dello scudetto nel 1987, partecipò da protagonista alla grande festa della città. Oggi la Laurito continua a seguire il Napoli e sogna nuovi trionfi per la squadra.

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Cosa augura al nuovo allenatore e alla squadra? «Gattuso è un molto bravo e molto famoso, ha fatto grandi cose nella sua carriera e io mi auguro che dimostri anche stavolta il suo talento. Speriamo che riesca a raggiungere risultati importanti: gli auguro di fare bene per la squadra».

E invece cosa pensa di Ancelotti? «Non è affatto un allenatore “scadente”; ha avuto anche lui molte vittorie prima di arrivare al Napoli. Diciamo che sono i giocatori che si dovrebbero dare una certa mossa, un po’ come hanno fatto nell’ultima partita».

Ha visto la partita contro il Genk? «Non ho avuto modo e mi capita spesso di non riuscire a seguire la squadra perché sono impegnata a lavoro, ma da tifosa sono costantemente informata. Ho tanti amici che lo seguono, nonché mio nipote, anche lui un tifoso con cui parliamo del Napoli e ci divertiamo a commentare. Io mi auguro sempre di avere delle belle notizie. A breve poi riprenderemo la tournée teatrale dello spettacolo “Così parlò Bellavista” ed essendo la compagnia composta completamente da amici e colleghi napoletani sarà inevitabile non fermarsi a seguire la squadra del cuore, anche durante lo spettacolo».

Spera di rivedere la festa dello scudetto? «Ho dei ricordi meravigliosi legati a quel periodo, anzitutto perché ero insieme con due grandissimi amici: Renzo Arbore e Luciano De Crescenzo. Seguivo moltissimo il Napoli, e insieme a Luciano soprattutto, andavamo in giro sempre per guardare le partite. Mi piacerebbe tanto poter rivedere quel filmato di quando, il giorno della vittoria dello scudetto io, che ero dietro la porta del Napoli perché scesi in campo a salutare i giocatori, fui presa in braccio dai tifosi e feci il giro di tutto lo stadio mentre urlavano dalle curve il mio nome “Marisa” e felici lanciavano garofani azzurri».

Fa dei riti quando gioca il Napoli? «Non sono scaramantica, non lo sono nel lavoro, come nella vita e di conseguenza nemmeno se seguo il Napoli. Credo piuttosto in una sorta di legge di attrazione, nel senso che quando voglio ottenere qualcosa vibro per quella cosa e so che l’universo me la donerà. Questo è il mio modo di “vincere”. Per il Napoli invece non servono riti scaramantici, sono i giocatori che devono pensare a vincere perché sono loro a scendere in campo e devono dunque darsi da fare».

A cosa sta lavorando in questo periodo? «Fra un po’ riprendo lo spettacolo “Due donne in fuga”, torniamo in teatro anche con “Così Parlò Bellavista” e sto preparando “Persone naturali e strafottenti” di Patroni Griffi, un testo bellissimo e ogni volta che provo capisco quanto lui sia stato un immenso autore. Mi dedico poi naturalmente al Trianon in quanto direttore artistico. E intanto, tifo Napoli».

Fonte: Il Mattino

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