ESCLUSIVA – G. Orlandi: “Non dimenticherò il clima che c’era prima di Florentia-Milan”

All'interno l'intervista all'ex giocatrice della Florentia

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Sabato pomeriggio la Florentia ha battuto l’A.c. Milan per 2-1, ma è stata anche la giornata dell’addio al calcio giocato di Giulia Orlando che ha avuto una carriera importante e protagonista tra le altre con la maglia di Fiorentina, Empoli Ladies e Florentia. Ilnapolionline.com l’ha intervistata anche sul momento della compagine toscana e non solo.

 

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Sabato è stata la tua ultima partita da calciatrice, contro l’A.c. Milan. Che emozioni hai provato in quei momenti? “Spiegare quelle che sono state le mie sensazioni è molto difficile, posso solo dire che tutto il riscontro e l’affetto che ho ricevuto ha reso tutto molto meno amaro, non realmente possibile spiegare a parole il vortice di emozioni che ho provato e sto ancora provando”.

La scelta di dire addio al calcio giocato, cosa ti ha spinto a prendere questa decisione? “Cosa mi ha spinto? Beh nella vita ti trovi spesso di fronte a un bivio e così è stato, sono anni che oltre al calcio lavoro e ho assunto molte responsabilità, oggi il calcio ad alti livelli richiede un impegno massimale e totale se vuoi fare la differenza e quindi diventa complicato dare il massimo del potenziale in entrambi gli ambiti”.

Fino a sabato hai giocato nella Florentia, squadra sorpresa del campionato. Qual’è il segreto del club toscano? “La Florentia è una Società che ha un progetto concreto e lungimirante, l’entusiasmo e la passione che ha il suo Presidente sono veramente il cuore di tutto perché riesce a trasmetterlo a tutti i suoi addetti ai lavori, giocatrici in primis”.

Cosa farai ora che hai appeso le scarprette al chiodo? “Che cosa farò adesso non lo so ancora, non ci ho pensato ma probabilmente perché ancora devo realizzare”.

Hai giocato per tanti anni nel calcio femminile e forse si sta arrivando una svolta per il vostro movimento? “Credo che il movimento debba fare ancora tanta strada, lo dimostra per assurdo la mia scelta, perché ancora oggi non puoi pensare di fare la Calciatrice come professione quando invece l’impegno, il tempo e le energie che ci metti lo rendono di fatto il tuo Lavoro, ma come già detto peccato non sia riconosciuto come tale….”.

Fonte: Foto Valentina Di Cani

Intervista a cura di Alessandro Sacco

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