Serena ai microfoni de Il Mattino: «Non serve il comandante»

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Con Carlo Ancelotti ha condiviso lo spogliatoio del Milan nella stagione 1991-92, Aldo Serena continua a seguire le gesta dell’ex compagno diventato poi allenatore Prova a fare un’analisi attenta e lucida del momento di grande difficoltà che attraversano il Napoli e Ancelotti.
Che idea si è fatto della situazione?
«Anche dall’esterno si percepisce il momento di grande difficoltà un po’ per tutti: per la squadra così come per la società. L’impressione è che ci sia una comunicazione difficile tra le parti».
Cosa può fare in tal senso un allenatore come Ancelotti?
«La sua esperienza può essere davvero l’arma in più».
In che senso?
«È un allenatore di grande esperienza, cosa che non guasta affatto in momento così delicati, ma non solo».
Ovvero?
«È dotato anche di grande sensibilità, caratteristica che gli ho sempre riscontrato anche quando era un calciatore. Gli servirà per capire le situazioni difficili e per uscirne».
E ancora…
«Ancelotti come sempre deve usare il buon senso che non gli manca, perché lui ha la capacità di capire bene come stanno le situazioni. Fino a questo momento mi sembra che stia cercando di far valere certi determinate sue idee tattiche, ma mantenendo una grande apertura anche verso le idee dello spogliatoio e del presidente».
Ma lei da calciatore come viveva questi momenti?
«Si tratta di situazioni particolari nelle quali non ci vogliono comandati che spaccano, ma persone intelligenti che cerchino di riunire. E in tal senso credo proprio che uno come Carlo possa essere l’uomo giusto al momento giusto».
Di contro, la squadra cosa può fare per riprendersi?
«L’unica cosa da fare è cercare di compattarsi. E farlo anche quanto prima. Ora la sosta per le nazionali arriva al momento giusto e può essere di aiuto. Ma soprattutto si devono comprendere le esigenze di tutti e tutti devono cercare di venirsi incontro. Questo è davvero l’unico modo per uscirne. Altrimenti la vedo davvero dura».
Lei cosa pensa della reazione dei giocatori di ammutinarsi alla decisione da parte della società del ritiro?
«Andare in ritiro non fa piacere a nessuno, questo è poco ma sicuro, tanto più se la decisione arriva a titolo punitivo. Dall’altra parte, però, se si vuole superare un momento difficile come quello che stanno vivendo gli azzurri, tutti ci devono mettere del loro».
E poi?
«Quello che sta succedendo a Napoli non fa bene a tutto l’ambiente. Perché al di fuori dello spogliatoio trapelano mille voci, poche delle quali sono realmente fondate, ma servono tutte a rendere spaesati pubblico e tifosi che vedono, sentono e percepiscono le cose frazionate. Ecco, non c’è un ambiente tranquillo e mancano le basi giuste per invertire la rotta».
Cosa si aspetta adesso?
«Mi auguro che possano ritrovare tutti la compattezza e l’idea di gioco che la squadra ha avuto in occasione di quella bellissima partita con il Liverpool». Fonte: Il Mattino

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