L’ex Genk molto vicino alle realtà dei ragazzi, ieri era a Scampia con Ghoulam

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Molto vicino ai problemi dei ragazzi, forse l’ex Genk è memore di quelli avuti nel suo passato, ecco le sue risposte al Corriere dello sport:

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Dai pensieri del recente passato di Koulibaly: i bambini capiscono il mondo meglio degli adulti.
«Si nasce puri e si diventa cattivi, quando entrano in scena pessimi maestri, in genere un papà o una mamma. A 3-4 anni si gioca tutti insieme, com’è successo a me. E’ dopo che muta lo scenario, perché si viene deviati, e non ne intuisco le ragioni. Ci sono atteggiamenti sbagliati, una educazione che spinge alla intolleranza: Seni gioca con me e con la sua tata alla stessa maniera; e a scuola anche, perché ci sono valori, quelli del rispetto, che devono essere inculcati dalla infanzia, affinché tra vent’anni si riesca ad essere migliori di quello che siamo adesso».

Non le interessa essere (solo) un grande calciatore.
«Vuol dire che avrei fallito. I miei sono qua da dieci giorni, hanno colto l’amore di Napoli nel corso delle passeggiate, gente che mi avvicina, mi chiede foto, mi dimostra quale sentimenti provi nei miei confronti. E me lo hanno ripetuto: resta quel che sei, sii buono e bravo. E’ questa l’immagine che voglio lasciare di me, quando non giocherò più. Voglio far del bene. Voglio che esistano rapporti umani forti, radicati, intensi: l’amicizia, la serenità, la famiglia sono i beni più preziosi e non si possono acquistare con i soldi».

E’ andato nelle scuole, una volta a Milano, ieri a Scampia, insieme al suo compagno Ghoulam.
«Era da un po’ che avevamo questa idea e stavolta ci siamo riusciti, visitando l’istituto Elsa Morante. Sappiamo delle difficoltà del quartiere ma siamo anche convinti che esista un domani: abbiamo spiegato che i sogni si realizzano. Io e Faouzi ci siamo riusciti. Ricordo quando ero giovane, non pensavo di poter diventare bravo, come dite che sono. La mia carriera è stata atipica, ma ho lavorato tanto su me stesso. Glielo abbiamo detto ai ragazzi: studiate e noi torneremo alla fine dell’anno per salutarvi e per complimentarci con voi».

Quando era ragazzo, riuscì ad ottenere che nel campo di basket venissero montate le porte da calcio.
«Ci andava bene pure la pallacanestro, ma tutti volevamo mischiare partite che riempivano il tempo della ricreazione. Mi feci portavoce e riuscii ad ottenere ciò che chiedevano i miei compagni di classe».fonte: CdS

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