Inchiesta scommesse. mai viste tante puntate sul calcio “minore”

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«Siamo i primi danneggiati da quel flusso anomalo di giocate sulla partita Parma-Ancona. Abbiamo scrupolosamente avviato tutti i controlli e quando abbiamo avuto il forte sospetto che qualcosa di strano stesse accadendo siamo intervenuti subito, evitando un danno da milioni di euro». Dario Lubrano, 37enne di Pozzuoli, è il consulente start-up e nuove aperture della società di scommesse Intralot ed è responsabile di tre sale scommesse tra Licola, Varcaturo e Monterusciello. Secondo una stima ufficiosa, domenica dopo la gara Parma-Ancona le società italiane di betting avrebbero sforato il pay out, cioè il rapporto incassi-pagamenti di oltre il 90% contro una media solita dell’80%. In sostanza, il giro anomalo di scommesse registrate nel Napoletano tutte incentrate sulla vittoria dell’Ancona avrebbe creato una perdita economica per varie società di betting per almeno 5-6 milioni di euro.
Lubrano, cosa è accaduto sabato scorso?
«Ero in Puglia per lavoro e alle 19.44 una mia collaboratrice mi contatta e mi dice che agli sportelli della nostra sede di Licola si erano presentati due giovani che, a turno, erano entrati nella ricevitoria e avevano dapprima chiesto a quanto quotassimo la vittoria 2 a 0 fuori casa dell’Ancona a Parma e, poi, avevano chiesto di giocare 100 euro a testa».
Perché vi siete insospettiti?
«Noi conosciamo la nostra clientela. Quei due ragazzi non li avevamo mai visti e, soprattutto, ci è parso subito molto strano che entrambi chiedessero di puntare così tanti soldi su una partita di Lega Pro».
Perché strano?
«Statisticamente sono in pochi a scommettere sulle serie calcistiche inferiori e quando lo fanno si puntano pochi soldi. Una giocata così alta era anomala. Ho contattato il responsabile Trading Italia di Intralot e ho segnalato la cosa».
Cosa è accaduto poi?
«Il responsabile mi ha informato che pochi minuti prima il server aveva registrato segnalazioni anomale anche in centri di Mugnano e Arzano. Ho capito che ci trovavamo di fronte ad uno strano aumento di giocate che ci avrebbe portati a subire danni economici ingenti. Se non avessimo fermato le puntate avremmo registrato esborsi per 100mila euro, con il rischio di chiudere in perdita il mese. Ho tutelato i miei 12 dipendenti, l’azienda per la quale lavoro e ho rispettato tutte le regole».
Ma è vero che circolava da giorni una voce a Pozzuoli sulla vittoria sicura dell’Ancora a Parma?
«Si. Da giorni girava questa soffiata, ma inizialmente non le abbiamo dato troppo peso. Mi sono insospettito solo sabato sera. Se avessi voluto approfittarne avrei fatto finta di nulla e mi sarei accodato a quei tanti scommettitori che puntavano sull’Ancona, ma sono una persona seria che rispetta le regole».
Ma cosa hanno detto gli scommettitori quando avete chiuso la raccolta, prima della gara?
«In molti hanno protestato. E hanno provato ad eludere i controlli fatti dagli operatori ai terminali delle casse, usando il prenotatore online. Sperando di farla franca, hanno prenotato la giocata sul monitor touch del computer e portato alla cassa la ricevuta del codice a barre che diventa effettiva solo dopo che il lettore l’ha registrata. Qualcuno è riuscito a fregarci ma moltissimi li abbiamo fermati in tempo».
Una storia strana, sulla quale ora stanno indagando anche i carabinieri.
«Ben vengano le indagini. Servono a tutelare esercenti e scommettitori onesti come siamo noi. Nei nostri archivi conserviamo tutti i dati dei giocatori che puntano più di mille euro e che vincono più di tremila euro, come prevedono le norme antiriciclaggio. Ci dissociamo da fenomeni strani e chiediamo alla magistratura di fare chiarezza».
Lei pensa che i fatti di Parma-Ancona siano isolati?
«No. Appena due giorni fa un altro scommettitore di Pozzuoli, nel centro che abbiamo a Varcaturo, ci ha chiesto a quanto quotassimo la vittoria del Venezia domani in Lega Pro e quanti soldi avesse potuto puntare al massimo. È la classica domanda che arriva dopo una soffiata, sintomo che qualcosa ancora non quadra».

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Fonte: Il Mattino

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