A. Barbano sul Napoli: “Una bandiera, la fiducia e qualche  dubbio”

L’editoriale di Alessandro Barbano dopo la partita d’esordio di questa stagione del Napoli in Europa League:

“Il Napoli torna dal Regno Unito con una nuova bandiera, un carico di fiducia ma anche tanti interrogativi insoluti. La bandiera ha la classe, la velocità e il carattere di un ragazzo nigeriano destinato ad aprire una nuova pagina nella storia del calcio azzurro. Non solo Osimhen ha riacciuffato una partita ormai perduta, ma è stato per tutti i novanta minuti il riferimento dei compagni, propiziando con i suoi smarcamenti e le sue fughe la maggior parte delle azioni offensive. 
La fiducia è il vero bottino di questa trasferta. Perché il pareggio strappato in zona Cesarini sul difficile campo del Leicester è la prova d’orgoglio che Spalletti chiedeva al suo gruppo quando ha detto alla vigilia: «Il Napoli ora deve fare il Napoli». E il Napoli lo ha fatto, nel senso che intendeva il tecnico, lottando per novanta minuti e spostando con coraggio, e anche intelligenza tattica, il baricentro del gioco nella metà campo avversaria. Il bilancio di 22 tiri, contro i 7 degli inglesi, testimonia un dominio che, su un campo così difficile, non era scontato. 
Gli interrogativi però sono il lato oscuro di questa gara, che rappresentava la prova del nove sull’adeguatezza del Napoli agli obiettivi ambiziosi che il club si è posto in Italia e in Europa. La prova non può dirsi superata a pieni voti, perché contro l’aggressività non impeccabile degli inglesi sono venuti al pettine i limiti degli azzurri: la debolezza degli esterni e l’inesistenza di un regista all’altezza. Se poi fallisci nel primo tempo le quattro occasioni sciupate da Malcuit, Osimhen, Zielinski e Insigne, rischi di soccombere contro una squadra, il Leicester, decisamente inferiore sul piano tecnico. 
Malcuit a destra e Di Lorenzo a sinistra non sono una scelta ideale, ma un adattamento non privo di effetti collaterali. Il francese non garantisce in copertura, è evanescente e confuso nella spinta sulla fascia e nelle conclusioni. Sul secondo gol del Leicester, Malcuit mostra tutta la sua inadeguatezza: Barnes si porta la palla lateralmente sul sinistro, lui lo attende correttamente poi, al momento di contrastare il tiro fa una piroetta e, invece di opporre il suo piede destro, prova a intercettare il pallone in scivolata con il sinistro. È un atteggiamento che spiega da solo tutta l’inaffidabilità del terzino. Di Lorenzo a sinistra gioca dalla parte sbagliata. Se poi si distrae sul primo gol, raddoppiando Koulibaly sul centravanti avversario e dimenticando Perez che gli arriva alle spalle, la sua giornata no la paga tutta la squadra. 
Ma c’è un altro interrogativo che da Londra ritorna senza risposta, e riguarda l’assenza di un regista di ruolo. Fabian non è Jorginho, e si vede. In una squadra che fa del palleggio veloce la sua maggiore qualità, la sua lentezza e la sua prevedibilità sono un handicap. 
Che cosa vuol dire questo sul futuro del Napoli? Lo scopriremo solo aspettando altre prove difficili. Per intanto rallegriamoci di aver visto un carattere adeguato alle qualità tecniche e tattiche degli azzurri. E, più di tutto, festeggiamo i gol di Osimhen per quello che sono: la firma di un campione che sta sbocciando sotto i nostri occhi”. 

 

 

 

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