Il Mattino: «Mercato in profonda crisi il vero affare sarà rinviare la cessione di Koulibaly»

Raffaele Poli: «Il Coronavirus avrà un significativo effetto su volumi di affari e prezzi dei cartellini nelle prossime due sessioni del calciomercato, quella estiva e quella invernale. Poi ci sarà la ripresa, appena i soldi ricominceranno a girare: il sistema arricchisce molti settori e deve ripartire». Il professore Raffaele Poli è docente di scienze umane presso l’università svizzera di Neuchatel, è a capo dell’osservatorio del calcio Cies che analizza i movimenti del mercato. Grazie a un algoritmo, a fine marzo, il Cies aveva calcolato un calo delle valutazioni dei calciatori almeno del 30 per cento. «Ma in quel momento c’era attività zero».
Quanto potranno incidere sulla movimentazione dei calciatori nella prossima estate gli ultimi sofferti spezzoni dei campionati?
«Dopo la ripresa della Bundesliga, dipende da quando gli altri campionati ripartiranno e se riusciranno ad arrivare fino alla fine. Completare la stagione potrebbe consentire alle società di limitare in parte i danni e ai giocatori di mantenere determinate valutazioni. Si può immaginare un netto calo in Francia, dove la Ligue 1 è stata subito sospesa. È chiaro che la pandemia avrà un effetto anche morale sul sistema».
In che senso?
«C’è un problema finanziario, perché molti club vedranno aumentare il loro indebitamento, soprattutto in Italia, dove le operazioni sono tecnicamente concluse spesso nell’arco di 12 mesi, tra prestito e acquisto a titolo definitivo. Ma c’è anche una questione di immagine: chi potrebbe spendere in queste condizioni?».
Proprio nessuno?
«Solo pochissimi e grandissimi club – per tutti cito il Real Madrid – potrebbero permettersi alcune operazioni, ad esempio l’acquisto di Haaland. Ecco, difficilmente si abbasserà il costo del giovanissimo attaccante del Borussia Dortmund, anche perché già fissato in una clausola».
Il mercato del calcio sarà condizionato dal post-Coronavirus per quanti anni?
«Credo non oltre le prossime sessioni, estiva e invernale, perché questo è un business miliardario: tra dodici mesi potremmo registrare la ripresa».
Uno dei giocatori della serie A che piace di più all’estero è Koulibaly, il difensore del Napoli. De Laurentiis, fino a pochi mesi fa, avrebbe respinto anche offerte da 100 milioni per lui: e ora?
«Sarebbe meglio trattenerlo, almeno per un’altra stagione. La movimentazione di difensori 27enni come Koulibaly non richiede tempi immediati a differenza degli attaccanti, che si spostano da un club all’altro soprattutto quando sono giovani. Sul prezzo di Koulibaly, tra un anno, influirà quanto il Napoli sarà riuscito a fare nella prossima stagione a livello nazionale e internazionale».
Si ha la sensazione che le incertezze economiche stiano condizionando il destino di calciatori svincolati anche di alto livello, ad esempio Cavani. Mertens, intanto, si avvia al rinnovo biennale col Napoli.
«La situazione effettivamente penalizza i giocatori a fine contratto: di solito, in questo periodo, erano già numerosi gli svincolati che avevano rinnovato con la loro società o si erano accordati con un’altra. Nella scelta di Mertens potrebbero aver inciso la valutazione sul livello di competitività del Napoli e l’intenzione di non correre rischi andando altrove, sapendo che qui è amatissimo dal pubblico. Una decisione ragionata e adeguata al momento».
Gli effetti del Coronavirus modificheranno le leadership nel calcio mondiale?
«Non credo, almeno finché non si arriverà all’istituzione della Superlega. Premier e Liga resteranno le più competitive e altre leghe europee, nell’arco di un decennio, verranno scavalcate dalla Mls, perché il calcio americano crescerà grazie ai Mondiali del 2026 che si giocheranno tra Stati Uniti, Canada e Messico. Serie A e Bundesliga rappresenteranno la seconda fascia e non è un caso che i presidenti della Eca – ora l’italiano Agnelli, prima il tedesco Rummenigge – abbiano spinto per la Superlega affinché si possa colmare il gap». Francesco De Luca (Il Mattino)

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