Il Kakà di Fuorigrotta: «Fabian Ruiz sarebbe un ottimo playmaker»

Carlos Augusto dos Santos da Silva – Kakà

Le pagine più importanti della sua carriera le ha scritte con la maglia del Milan, e allora il nome di Kakà riporta immediatamente alle sfide con i rossoneri. Eppure oggi a Napoli di Kakà – che pure gioca a pallone – ce ne sta un altro: si tratta di Carlos Augusto dos Santos da Silva, ha 32 anni e di ruolo fa il pivot del Fuorigrotta di Futsal. Non è proprio l’ultimo arrivato, perché il suo curriculum dice 3 titoli di capocannoniere in serie A e ben due coppe conquistate. È arrivato a Napoli quest’anno, scegliendo la A2 perché il progetto ambizioso del presidente Serafino Perugino lo ha convinto subito. 


I SACRIFICI

Dietro la maglia numero 14, Carlos porta scritto Kakà, ma seppure venga anche lui dal San Paolo (divisione calcio a 5), non ha nulla a che fare con Ricardo Izecson dos Santos Leite. «Questo soprannome me lo porto dietro da quando ero bambino – spiega Carlos – ovvero da quando non riuscivo a parlare bene e ogni cosa la chiamavo ka-ka». A proposito di infanzia. «Dai 7 ai 13 anni giocavo a calcio a 11. Poi è morto mio padre e ho dovuto lasciare il calcio per mettermi a lavorare. Facevo il magazziniere in un’industria metallurgica e nel tempo libero giocavo a calcetto». La vita e la carriera di Kakà è proprio come quella della favole. «Giocando nel tempo libero una squadra della mia città, Serrara, si è accorta di me e mi ha portato in seconda divisione. Una sola stagione e il Sao Paolo mi ha tesserato nella squadra di Futsal», quello che basta per farsi notare da un agente brasiliano che un giorno si presenta con l’offerta di volare in Europa.


IL GRANDE SALTO

«Avevo la possibilità di scegliere tra Portogallo, Spagna e Italia. Ma la proposta dell’Augusta mi è sembrata la migliore». Detto, fatto: alla seconda stagione è già capocannoniere. Gioca da pivot e dopo le esperienze a Bisceglie e Verona si stabilisce alla Kaos di Ferrara dove diventa ancora re dei bomber. Poi un anno al Rieti e per finire la chiamata dal Fuorigrotta. «Avevo tanti amici qui a Napoli e tutti mi parlavano bene della società». Così come della città. «Con mia moglie e le due bambine viviamo a Marigliano». E a proposito ci sta anche una battuta sul Napoli. «La squadra di Sarri mi faceva impazzire: mi sembrava il Real Madrid d’Italia». Negli azzurri di Ancelotti, però, c’è qualcuno che vedrebbe bene anche sul parquet di calcio a 5. «Fabian Ruiz sarebbe un ottimo playmaker. Mentre Insigne e Mertens con la loro imprevedibilità spaccherebbero le partite».Fonte: Il Mattino

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