De Giovanni: “Insigne non è uno che se ne frega, anzi, è emotivo e reagisce”

E’ stato quando s’è alzato il coro, che Napoli ha scoperto d’essere piombata in quel suo eterno «conflitto» squisitamente calcistico: e nelle tenebre riempite dai fischi, un ciclone sprezzante, è venuto lecito chiedersi se poi seriamente i figli siano «piezz ‘e core». E’ un dibattito che ricorre, che divide, coinvolge, unisce nel san Paolo o anche fuori, anche chi conosce questa città da Pizzofalcone in poi, da Nord a Sud, da Est a Ovest, per averla attraversata come commissario Ricciardi e vissuta come Maurizio De Giovanni. Ci sono decine di milioni di copie sparse lungo il Pianeta, hanno la sua firma, raccontano una Napoli che però, nel quotidiano di uno scrittore e sceneggiatore è anche altro: è calcio, a trecentosessanta gradi, ed è gioia e rimpianto. «Perché ritengo Insigne un fuoriclasse, un patrimonio del calcio italiano che andrebbe tutelato. E invece ho il sospetto che questa presa di posizione d’una parte della tifoseria possa nuocere e influenzare le decisioni sul futuro. Insigne non è uno che se ne frega, anzi, è emotivo e reagisce cercando colpi ad effetto, dunque ad alto tasso di rischio errore. E infine temo la presenza di Raiola e mi viene il sospetto che ora possa essere arrivato il momento». Fonte: Cds

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