Il punto della situazione – di R. Muni: “Un pari che va stretto”

Il Napoli era chiamato a riscattare la sconfitta della scorsa stagione che, di fatto, fece calare il sipario sul sogno tricolore che Napoli aveva nel cuore. Un epilogo che ebbe strascichi polemici, a cominciare dalla facilità con cui il direttore di gara, dopo pochi minuti di gioco, esibì il cartellino rosso a Koulibaly, fresco eroe di Torino (…e non fu solo un caso!…). Lo sfottò ci sta, soprattutto nel calcio e quell’albergo in cui il Napoli perse lo scudetto è stato tirato in ballo, dai tifosi viola, durante tutta la settimana precedente il match del Franchi. Purtroppo, nonostante gli azzurri abbiano fatto di tutto per vincere, il risultato finale è stato di zero a zero ed il migliore in campo è stato Lafont, portiere gigliato. Al triplice fischio, si è levato un coro di critiche per la scarsa vena sotto porta degli attaccanti napoletani ed in effetti è questa la vera nota negativa della giornata. Il calcio non è la boxe e non si vince ai punti, nel calcio ha ragione chi fa gol; tutto molto banale, eppure è verità. Tuttavia, un periodo di appannamento degli uomini gol di Ancelotti non può e non deve essere vissuto come un dramma. Lo stesso confronto con il ruolino della passata stagione non ha ragione di esistere, poiché il primo anno di una nuova gestione tecnica, tra l’altro molto diversa da quella precedente, porta con sé un fisiologico periodo di transizione. È innegabile, però, che il gruppo azzurro è giunto al capolinea del suo ciclo e che sarà necessaria una chirurgica opera di ricostruzione, con i necessari avvicendamenti tra qualcuno dei calciatori in rosa e qualche altro nuovo. La partita di Firenze non ha spostato gli equilibri di classifica più di tanto, poiché la lotta per lo scudetto, di fatto, non è mai esistita, tranne che per offrire qualche spunto di discussione nei salotti televisivi. Non sono undici, piuttosto che nove, i punti di differenza che autorizzano a parlare di lotta al vertice, poiché il gap tecnico tra la capolista ed il resto delle squadre è troppo grande per poter essere colmato in altri modi. Se l’obiettivo di campionato è quello di assicurarsi un piazzamento utile per partecipare alla prossima edizione della Champions League (…e non potrebbe essere altrimenti…), il risultato di Firenze va accolto positivamente, pur con la consapevolezza di aver lasciato sul campo due punti che sarebbero stati più che meritati. In settimana, inoltre, ci sarà la partita di Zurigo, per l’andata dei sedicesimi di Europa League che, a questo punto, diventa un obiettivo raggiungibile. Se c’è poco da commentare su quanto visto sul terreno di gioco, altrettanto non può dirsi su quanto si è sentito dagli spalti del Franchi. Oltre alla solita dose di razzismo, dal Vesuvio al colera, si è aggiunto un coro ignobile indirizzato a San Gennaro. Credo che ogni commento sia superfluo, vale solo la pena di sottolineare il livello di idiozia e di barbarie sociale che si è raggiunto sabato pomeriggio. Nel mentre, in Inghilterra sono stati presi severi provvedimenti verso quei pochi tifosi che hanno mimato il gesto dell’aereo per farsi beffa della tragica fine del compianto Emiliano Sala. Ancora una volta, dalla terra di Albione arriva il modello da adottare per stroncare sul nascere le deviazioni del tifo. Chi ha orecchie per intendere intenda!

Riccardo Muni

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