Da settore giovanile ad allenatore, Ciro Muro a Il Mattino

Ciro Muro si racconta a Il Mattino:

Cosa vuol dire per un napoletano come lei, giocare e soprattutto vincere con la maglia del Napoli?
«Una sensazione indescrivibile. A 16 anni già ero in prima squadra e in quella squadra giocava un mostro sacro come Kroll. L’esordio l’ho fatto nell’83, ma erano già due anni che facevo parte stabilmente del gruppo della prima squadra. L’allenatore di quella squadra era Giacomini che mi portò in panchina in Coppa Uefa contro la Dinamo Tiblisi. Mi voleva far debuttare, avevo 16 anni. Ero uno di quei ragazzi nei quali il Napoli aveva intravisto del talento».
A proposito di ragazzi, lei da allenatore nel settore giovanile del Napoli ne ha lanciati tanti.
«Sono stati 4 anni bellissimi. Mi sono tolto tante soddisfazioni: da quando è iniziata l’era De Laurentiis sono uno dei due unici allenatore ad aver portato una squadre alla finale per lo scudetto. Per non parlare dei ragazzi che ho lanciato anche in Primavera in prima squadra».
Con qualcuno di loro è ancora in contatto?
«Armando Izzo ora è al Torino, mentre Armando Anastasio è passato da poco al Monza in serie C. Ricordo che qualcuno li voleva mandare via dal settore giovanile ma io li ho voluti tenere. Vedevo in loro qualcosa, mi divertivo con loro».
Oggi cosa è cambiato rispetto a quando lei era un ragazzo del settore giovanile del Napoli?
«Innanzitutto la logistica. Quando il Napoli mi ha preso nel settore giovanile mi ha subito portato a vivere al centro Paradiso. Avevamo grandi allenatori che si facevano rispettare nel settore giovanile. Oggi mi sembra che la Primavera sia una cosa a parte rispetto alla prima squadra. Allo stesso tempo, però, mi auguro che le cose possano tornare come una volta perché in Campania ci sono tanti talenti da scoprire. All’epoca mia erano tanti i ragazzi che esordivano in serie A dopo aver fatto tutta la trafila ne settore giovanile».Fonte: Il Mattino

Muro
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