Storie di numeri nove, il mito Sallustro ed il re di Roma Amadei

Attila Sallustro, che giocò dal 1926 al 1937, nel girone unico dal 1929, è stato il primo idolo del tifo napoletano. Cominciò a giocare a 17 anni. Fu definito “il veltro”. Un levriero. Era bello e irresistibile. Abitava in via Filangieri e, al lunedì, dopo le partite, una folla di adoranti lo reclamava al balcone. Mario Astorri era piacentino. Venne nel 1949 dopo avere giocato nella Juventus e nell’Atalanta. Per le sue gambe arcuate fu definito “lo sceriffo”. Restò in maglia azzurra per quattro stagioni. Andò a fare l’allenatore in Danimarca e segnalò Michelino Laudrup a Boniperti.


    Amedeo Amadei giunse a Napoli nel 1950 col titolo di “re di Roma”. Con la squadra giallorossa aveva vinto lo scudetto nel 1942. Era una fionda umana dal tiro micidiale. Giocò sei campionati nel Napoli prima di diventare allenatore della squadra azzurra. Beniamino Di Giacomo, marchigiano, detto “il bersagliere” per il suo modo di andare alla carica verso la porta, giocò quattro campionati nel Napoli, dal 1957 al 1960, proveniente dalla Spal.

Fonte: Il Mattino

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