CdS – Il Magnifico non si ferma più, corre a Roma per smaltire la rabbia di Torino

Da quel 23 ottobre a Crotone, lui non la vede più, la panchina. Lorenzo Insigne, anche quando sembra a corto di fiato, recupera. Ha indici atletici fuori dal comune. Nei test è sempre tra i primi. Ha resistenza organica e capacità di rigenerarsi straordinarie. Scatti, allunghi e sterzate continue. Insigne lo scugnizzo: il solo per De Laurentiis nella nottataccia di Madrid. Sfrontato, con personalità e un po’ anche irriverente. Ha talento e lo ostenta. E se non gira la palla, si incaponisce. Insiste. Riprova. Sfida fischi e mugugni. Nove reti fin qui e altrettanti gli assist stagionali: la palla morbida sul secondo palo per Callejon è da brevettare. E ne hanno goduto anche Cavani e Pipita. Nove gol totali, 7 in trasferta, lì dove sa esaltarsi e trascinare gli altri. Insigne capo squadra, capo popolo e anche punto e capo. Con la Roma ne gioca un’altra: la venticinquesima, perchè l’Olimpico aspetta e lui corre. Ancor più dopo la rabbia di Torino, non ci si può fermare. Insigne è così: non lo blocchi. E neanche lo marchi. Sguscia via.

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