Serie B: Si pensa di tagliae gli stipendi al 30%, ma l’articolo 1256…

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TAGLIO STIPENDI

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Durante l’assemblea della Lega di Serie B si è parlato soprattutto di tagli agli stipendi. In attesa dell’ufficialità (è atteso un comunicato) sembra essere passata questa linea. Nessun pagamento ai calciatori nel periodo di inattività, che diventerebbe blocco totale dei bonifici nel caso in cui non si dovesse riprendere a giocare. Per il mese di marzo le società vorrebbero retribuire i tesserati fino al giorno in cui si sono allenati. Sull’esempio della Serie A, verranno pubblicate delle linee guida che i patron seguiranno per uniformarsi tra loro, evitando concorrenze sleali.

Si è parlato anche di un possibile taglio del 30% che sicuramente non piacerà all’Assocalciatori. Ogni club – dal Benevento che ha un monte ingaggi di 14 milioni al Cittadella che paga 3 milioni di stipendi – dovrà relazionarsi con i propri dipendenti, valutando caso per caso e trovando un accordo. La Serie B è un mondo eterogeneo: il clivense Giaccherini guadagna, ad esempio, 850 mila euro più bonus, ma c’è pure chi si trova al “minimo salariale” in una fascia che va dai 15 mila ai 28 mila annui a seconda dell’età. Il faro giuridico sembra essere l’articolo 1256 del codice civile.

Se il lavoratore (pur non essendo responsabile dell’inadempimento) non offre la prestazione, il datore di lavoro può non offrire la controprestazione, ossia il pagamento. Durante la riunione di ieri i club hanno proposto anche la sospensione dell’esibizione del “P.A.” all’atto dell’iscrizione al prossimo campionato, un parametro che stabilisce la disponibilità liquida delle società al momento della chiusura dei bilanci. Fonte: CdS

 

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