Si aggrava la posizione della giudice argentina Julieta Makintach, già travolta dallo scandalo che ha portato all’annullamento del processo per la morte di Diego Armando Maradona. Secondo quanto riportato dal quotidiano La Nación, emergono nuove accuse che gettano ulteriori ombre sul suo operato.
José María Arnal Ponti, produttore della casa di produzione Ladoble SA, ha dichiarato davanti ai magistrati che Makintach era perfettamente a conoscenza delle riprese clandestine di un documentario girato durante il processo e ne aveva approvato la realizzazione. Il progetto, dal titolo Giustizia Divina, vedeva la stessa giudice come figura centrale, con uno dei due sceneggiatori che, secondo Ponti, sarebbe una sua amica d’infanzia. Il budget iniziale del documentario era stimato attorno agli 800.000 dollari.
L’esistenza del filmato è emersa dopo le denunce degli avvocati della famiglia Maradona, insospettiti dalla presenza di telecamere non autorizzate in aula. Un trailer del progetto è stato successivamente ritrovato, confermando i sospetti.
Makintach si è nel frattempo dimessa dalla magistratura. Il processo, avviato a marzo e poi sospeso a maggio a causa dello scandalo, ripartirà presto davanti a una nuova corte composta dai giudici Alberto Gaig, Alejandro Lago e Alberto Ortolani.
Maradona è deceduto il 25 novembre 2020 per un edema polmonare acuto legato a insufficienza cardiaca. Alla sbarra ci sono otto membri del team medico che lo aveva in cura, tra cui il neurochirurgo Leopoldo Luque, che lo aveva operato per un ematoma intracranico.
Fonte: Il Mattino
