Conte ha compreso esattamente la città, da buon scugnizzo

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Il Napoli è in cima alla classifica e lotta per lo scudetto testa a testa con l’Inter, e l’opera più importante si sa, l’ha fatta Antonio Conte, che si può amare o meno ma non gli si può negare di essere uno dei migliori. Le sue ultime parole in conferenza stampa hanno fatto discutere, ma hanno anche mostrato la sua intelligenza “scugnizza” come la definisce il Corriere dello Sport. “Conte è anche uno che si guarda intorno, che annusa l’aria, che capisce l’ambiente in cui si trova. Da giorni a Napoli si discute delle sue parole: «Il tifoso del Napoli, se non vince, sa essere anche cattivo». Frase che dimostra l’intelligenza scugnizza dell’uomo che ha compreso perfettamente la città. Come nessun altro prima di lui.

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Chiedete al chiattone Benitez (così lo chiamavano), o ad Ancelotti che era bollito ed era arrivato a Napoli a prendere la pensione e a sistemare il figlio. Le parole di Conte possiamo definirle eduardiane, nel senso di De Filippo i cui personaggi erano napoletani anche cattivi, cattivissimi, come finisce con l’essere Donn’Amalia che in “Napoli milionaria” gestisce il mercato nero dei farmaci e lucra sui bambini in fin di vita. Prima che la panzana della città dell’amore – di decrescenziana memoria – gettasse una definitiva colata di molle ipocrisia sulla città e sui suoi abitanti. Il monologo in conferenza stampa è un trattato di antropologia culturale, nonostante i fisiologici picchi egotici.
Questo è Antonio Conte. Un luminare delle squadre in fin di vita. Un uomo che cura ogni dettaglio e che dedica ogni minuto della sua giornata ad avvicinarsi alla perfezione e al successo. Un costruttore delle vittorie. Meravigliarsi che tutti lo vogliano, è un esercizio inutile. Che sia simpatico o antipatico, è del tutto irrilevante. Eduardo, ad esempio, era molto antipatico”.
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