LE PAROLE
La Storia ante-Conte dice anche altro, al di là di quell’incidente di percorso, perché prima il Napoli l’aveva riscritta con Spalletti, ci era andata vicino con Sarri per due volte e con Mazzarri una, s’era portato a casa tre Coppe Italia, una Supercoppa italiana, un quarto di Champions e una semifinale di Europa League: insomma, ne erano successe di belle cose mentre invece ovunque, a qualsiasi piano e in qualsiasi stanza del Napoli club si è rimasti perplessi dinnanzi a quell’inciso “io i morti non li voglio accompagnare”, dopo aver speso 208 milioni (con un saldo passivo complessivo di trenta, per i “puristi” del linguaggio), da aggiungere ai centocinquanta di un anno fa ed alla “evoluzione del monte ingaggi”.
Quella che doveva essere un’analisi di un momento negativo è diventata un’accusa che di fatto apre una crisi di rapporti o li rivela, rifila uno strappo tra allenatore e squadra dopo che ce n’era già stato uno con lo staff medico e i fisioterapisti e sottolinea una difficoltà che non è solo atletica, come testimonia il campo, ma anche umano-professionale. “Non c’è empatia, non c’è chimica”. E magari manca pure qualche esame di coscienza.
Fonte: Gazzetta dello Sport
