ESCLUSIVA – Intervista doppia a Mimmo e Salvatore Malfitano

Padre e figlio ripercorrono la grande storia azzurra tra passato e presente

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A seguito della presentazione del proprio libro “La storia del Napoli“, al Festival della Letteratura Sportiva di Scampia, Salvatore Malfitano ha rilasciato una breve intervista ai nostri microfoni in compagnia del padre Mimmo Malfitano.
Di seguito le loro parole:
Parlando del Napoli attuale, lei crede che l’essere camaleontico, quindi avere più moduli, più possibilità, sia un punto a favore del Napoli o è meglio avere una sola identità ben precisa? 
(Mimmo) – “Oggi è difficile che le squadre di calcio abbiano una sola identità, soprattutto quando hai una stagione molto intensa, come quelle delle squadre che giocheranno in Europa o stanno giocando in Europa e che avranno impegni di Supercoppa, di Coppa Italia, quindi gli allenatori sono quasi costretti di tanto in tanto a dover anche pensare ad una variazione tattica. È nelle possibilità di un allenatore modificare il modulo e credo che sia anche una scelta intelligente.”
Salvatore, nel raccontare la storia del Napoli e la lunga storia azzurra, qual è il momento che, scrivendolo, ti ha più emozionato? 
(Salvatore) – “Forse l’origine di tutto, come arriva il calcio a Napoli, come il Napoli diventa una squadra, una società, ma soprattutto mi ha emozionato scoprire i luoghi dove le cose sono accadute, qual è stato il primo posto in cui è stato firmato lo statuto della società, che quindi dava creazione al Napoli, qual è stato il primo stadio del Napoli. Sono tante cose che purtroppo non se ne ha molta traccia, non se ne ha molta conoscenza e avere l’opportunità per me per primo di scoprirle è stato sicuramente emozionante”.

Mimmo, lei ha seguito per più di 45 anni il Napoli, anni in cui è accaduto di tutto, gioie, delusioni, dispiaceri. Io le chiedo, qual è stato il momento che più ricorda con emozione e quello che invece non avrebbe voluto vivere da cronista? 

(Mimmo) – Insomma, direi che sono quasi due momenti scontati. Uno è il primo scudetto, perché lì è stato un susseguirsi di emozioni, era la prima volta, arrivava dopo due anni di Maradona, dopo che l’opinione pubblica, l’opinione sportiva parlava quasi di un flop, cioè di dire che il Napoli compra Maradona, spende 13 miliardi delle vecchie lire e non vince nulla. E quindi quello scudetto è stato anche un motivo di rivalsa contro chi non credeva in quello che sarebbe potuto essere poi la crescita del Napoli.

Quello triste sicuramente è stato il fallimento, parliamoci chiaro, perché l’idea di dover vanificare tutto, l’idea che il Napoli che fino a pochi anni prima aveva avuto il più grande calciatore dell’universo, vederlo poi scomparire è stato un momento veramente molto triste. E com’è triste è stato ripartire dai campi di Serie C. Io ricordo la finale play-off di ritorno giocata ad Avellino, persa dal Napoli e vedere il Partenio festeggiare, per carità era nel loro diritto perchè è giustissimo, è stato veramente un colpo incredibile”.

Chiudo io con l’ultima domanda per Salvatore, che è quasi una battuta. Lei ha scritto anche libri sull’NBA e sui Lakers, quindi le chiedo meglio i Lakers di Kobe e Shaq oppure il Napoli di Kvaratskhelia e Osimhen? 

(Salvatore) – “Io forse più che il Napoli di Kvicha e Osimhen, preferisco celebrare più l’ultimo Napoli che ha vinto lo Scudetto, perché io voglio sempre vedere qualcosa di romantico nel calcio. Kvaratskhelia e Osimhen sono due calciatori che non hanno amato il Napoli, l’hanno portato in alto ma non l’hanno amato come ci saremmo aspettati, guardando poi quelli che sono stati i grandi campioni che l’hanno reso grande, hanno tutti una cosa in comune, avere amato il Napoli.
Il Napoli dell’anno scorso forse è forgiato più nella difficoltà e questo ha unito ancora più il gruppo, mi ha dato l’impressione di essere un gruppo di ragazzi molto più consapevoli di quello che stavano facendo per una città intera, e combattere fino alla fine, quel senso di attaccamento, aspettare fino all’ultimo minuto prima di festeggiare… quindi sì, questo Napoli qui è quello che io metterei davanti a quel tipo di Lakers”. 
Se invece volessimo dare un binomio al Napoli dell’anno scorso come Kobe e Shaq, oppure Kvaratskhelia e Osimhen, quale potrebbe essere? 
(Salvatore) – “Lukaku McTominay. Senza dubbio”.
A cura di Guido Russo e Riccardo Cerino

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