Come Manna dal cielo – Il ds è stato importante per l’arrivo di Conte e decisivo su McTominay
Giovanni Manna è entrato nella storia del Napoli come il direttore sportivo del quarto scudetto. Il più giovane dirigente a capo del settor e , il secondo campano, il primo a compiere un viaggio del destino partito da Vallo della Lucania, in Cilento, e giunto a Napoli in 36 anni di sudore e sacrifici di una famiglia che ancora oggi vive di lavoro. Operaio papà, operaia mamma. Direttore lui, dicevamo, fino a un anno fa alla Juve e ieri a saltare al Maradona: la vita è un’opportunità, è tenacia e occasioni. È un clic, è un McT.
I COLPI. McTominay, signore e signori, è il vero capolavoro della sua gestione: ottimo il mercato estivo, la costruzione della base scudetto, ma grandiosa è stata l’intuizione di provare a dirottare Scott da Manchester dopo oltre un ventennio di United: Manna ha fiuto, conosce il talento e l’attitudine, ma soprattutto ha coraggio. Sa sognare, magari a volte cade, ma almeno ci prova ad alzare la posta e a fare all in: quando si parlava di McT nessuno ci credeva e ridevano tutti; ieri invece hanno pianto di gioia al cospetto dell’uomo scudetto. L’altra opera compiuta con tenacia è stata Antonio Conte: Manna ha fatto tantissimo nel periodo della trattativa tra allenatore e presidente. Opera preziosa nell’ombra e alla luce. Ci teneva, ci credeva, insisteva.

NEL CALCIO. Il suo arrivo al Napoli è un’intuizione dell’ad Chiavelli, mentre i primi a credere in lui nel mondo del calcio sono stati Zeman, che ha suggerito al presidente la sua candidatura a direttore sportivo del Lugano; e Cherubini, il suo mentore alla Juve. Tiene molto a entrambi, si chiama gratitudine. Vincere uno scudetto al primo anno avrà innescato ricordi e dediche: gli esordi a Forlì, poi il volo a Lugano con l’Europa League e il passaggio alla Juve. Dalla Next Gen alla prima squadra. Dal Napoli allo scudetto. Fonte: CdS

