A MENTE FREDDA (RUBRICA)- Tutte le curiosità su Milan-Napoli

Approfondimento su Milan-Napoli

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Il Milan, dopo l’eliminazione dal girone di Champions, giovedì prossimo sarà impegnato in Europa League in casa contro il Rennes.

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Si è giocata ieri sera alle 20:45 la gara Milan-Napoli, posticipo della 24° giornata del campionato di serie A. I ragazzi di Walter Mazzarri, visti i risultati provenienti dagli altri campi, erano chiamati a dare un segnale di virilità nella lotta per un posto in Champions League. Alla fine a spuntarla sono i rossoneri di Stefano Pioli col punteggio di 1-0.

Ecco, di seguito, i principali spunti del match:

  • Il Mulino Bianco: continuiamo a sentire ad ogni prepartita dal nostro D.S. che siamo un gruppo unito e affiatato. Da mesi che Zielinski voleva solo Napoli e ora che resta un professionista in grado di dare il massimo fino al termine della stagione, ma purtroppo fin qui nessuna delle due cose si è realizzata. La squadra difficilmente potrà qualificarsi persino per la Conference League  ma per Melluso tutto procede per il verso giusto…

 

  • Il poco coraggio: era un Milan fortemente rimaneggiato quello affrontato ieri sera. A Pioli mancavano entrambi i difensori centrali titolari e nonostante questo Mazzarri ha deciso di partire con un 5-3-1-1. Le sue scelte sono esclusivamente conservative, Zielinski in campo 76 minuti e Di Lorenzo 95, fuori il migliore in campo Mazzocchi e solo nel recupero dentro Ngonge. Persino sotto 1-0 decide di togliere Simeone per Raspadori nonostante fosse la quinta trasferta consecutiva senza segnare. E’ ormai agli sgoccioli la carriera da allenatore del buon Walter e purtroppo sta finendo mestamente, senza neanche mostrare un pizzico di coraggio.

 

  • La gara spartiacque: visti i risultati delle avversarie per l’Europa alla vigilia di Milan-Napoli, era chiaro che questa sfida fosse un momento di non ritorno. Persino il pareggio sarebbe servito a poco, con l’ Atalanta che ormai non sbaglia più un colpo. Tornerà a breve a Napoli Osimhen ma ormai è tardi per pensare alla maxi rimonta in campionato e personalmente non credo affatto all’impresa in Champions (FIRMEREI PER ESSERE SMENTITO). Troppe occasioni buttate in questa stagione, diversi segnali trascurati con la superbia di riuscire a porre rimedio agli errori in corsa. E così nel silenzio si archivierà la stagione più anonima della gestione ADL da quando in serie A.

 

  • Il nastro riavvolto: è dunque ormai priva di stimoli e obiettivi reali la stagione del Napoli (si prevede una nuova rivoluzione estiva low cost). Ma se un imprenditore lungimirante e capace come Aurelio De Laurentiis saprà tornare indietro di appena dodici mesi e capire tutti gli errori di programmazione commessi potrà far riprendere subito il volo alla squadra. Già perché di questi tempi a Reggio Emilia un anno fa il Napoli di Spalletti ipotecava lo scudetto contro il Sassuolo e mentre il gruppo era concentrato solo sul campo la società non è stata in grado di guardare al futuro. Un vantaggio competitivo incredibile tra le mani bruciato in pochi mesi per non aver sondato in tempo un tecnico emergente e un direttore sportivo rampante. Tutto questo mentre Kim salutava virtualmente il club e c’erano alcuni nodi contrattuali in rosa proprio non rinviabili. Stavolta questi mesi devono servire per lavorare in vista della prossima stagione. Scegliere e portare a casa sia un direttore che un allenatore protagonisti nel processo di rinnovamento della rosa. Bloccare un centravanti di alto livello prima di ratificare la cessione di Osimhen, evitando di farsi prendere per il collo dopo l’incasso e magari ripiegare sulla terribile scelta di giocare con Simeone e Raspadori. Perché un anno sabbatico dal calcio che conta può capitare, ma perseverare è diabolico, anche per le casse societarie…

Articolo a cura di Marco Lepore

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