AdL: il mago dei numero nove. Da Sosa a Osimhen, il presidente ha il fiuto del gol

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In principio non c’erano manco le maglie e i palloni, nel settembre del 2004, ma il centravanti sì. Quello non mancava per il primo ritiro della Napoli Soccer nata dalle ceneri del vecchio Napoli. A Paestum, il primo ad arrivare fu Roberto Sosa, nel solco della storia argentina che distingue il club azzurro. Il Pampa traghettò il Napoli dall’inferno della C fino a riportarlo in A. Questo per dire che fra il centravanti – inteso come ruolo – e Aurelio De Laurentiis c’è un feeling particolare, quasi magico. Il fiuto per gli affari del produttore cinematografico e quella voglia di mettere in campo sempre una squadra spettacolare ha fatto sì che in azzurro siano passati negli ultimi quindici anni cannonieri che hanno scritto la storia del nostro calcio.

Quagliarella È l’eccezione che conferma la regola. Quando arrivò nel 2009 era al top della carriera. Un acquisto eccellente che non rese per quello che lui stesso sperava. Perché Fabio Quagliarella, lo si scoprì solo anni dopo grazie a una inchiesta penale, fu vittima di stalking, che ovviamente ne limitò il rendimento. A malincuore solo un anno dopo decise di lasciare la propria città. Comunque MagAurelio riuscì a venderlo alla Juve perdendo poco sul valore del cartellino.

Matador Poco male perché un anno dopo, dopo un lungo corteggiamento a Maurizio Zamparini – allora presidente del Palermo – De Laurentiis puntò sull’uruguaiano Edinson Cavani, arrivato a Napoli a 23 anni con buone potenzialità ma non esattamente un goleador. In Sicilia 34 gol in 109 gare di Serie A. In azzurro, trasformato da Walter Mazzarri, in meno partite (104) segnerà oltre il doppio di reti (78). Matador in tre stagioni per un totale di 104 bersagli. De Laurentiis lo cede, via clausola, al Paris Saint Germain che paga 64 milioni di euro più 2 di bonus. Valore quasi quadruplicato!

Ci penso io Sempre ai qatarioti parigini – gli stessi che oggi vorrebbero Osimhen – nel 2012 De Laurentiis vendette anche Lavezzi a 5 volte il valore d’acquisto: 30 milioni! Siccome il Pocho non è un centravanti sorvoliamo, ma rende bene le capacità sul mercato di MagAurelio. Che nel 2004 era digiuno di calcio, ma in pochi anni si è impratichito alla grande. Al punto che, venduto Cavani e disponendo di un ricco tesoretto, decide in prima persona il futuro centravanti. Il nuovo allenatore Rafa Benitez guarderebbe altrove, ma il presidente con un blitz in casa Real Madrid, spalleggiato dall’ad Andrea Chiavelli, va a comprare Gonzalo Higuain per 40 milioni. Quando porta l’argentino proprio in Val di Sole, nascosto in un’auto, nell’estate di dieci anni fa, il primo a rimanere sorpreso è il d.s. Riccardo Bigon che pensa di dimettersi, visto che è stato tenuto all’oscuro dell’operazione più costosa, fino a quel momento, per il Napoli.

Pipita o pepita Tre stagioni da grande cannoniere per il Pipita prima di cambiare la prima vocale e tramutarsi in vera pepita d’oro per le casse del Napoli, perché c’è una clausola di riscatto da 90 milioni. Sembra una cifra inarrivabile. E invece nel 2016 la Juventus si ingolosisce per andare a prendere il recordman di gol della A. Tifosi imbufaliti contro il “traditore” argentino e il presidente che va a prendere dall’Ajax Arek Milik investendo solo un terzo del ricavato dalla cessione. Il polacco si infortuna due volte gravemente, ma è qui che MagAurelio tira fuori il coniglio dal cilindro. Sì perché nell’era Higuain cresceva nell’ombra Duvan Zapata, altro signor centravanti, che non trovando spazio viene ceduto al triplo del suo costo. Il resto lo fa Maurizio Sarri che senza più Higuain e con Milik allettato s’inventa Dries Mertens centravanti e il belga diventa il più grande marcatore di tutti i tempi del Napoli.

Folle a chi? Un aggettivo più volte accostato a De Laurentiis per certe operazioni di mercato. Capita nel 2020, quando in piena pandemia va a prendere dal Lilla Victor Osimhen per oltre 50 milioni reali di euro: abbiamo appena attraversato il primo lockdown e il virus inciderà ancora sulla vita di tutti e sull’economia. Eppure quella spesa apparentemente folle – la più alta di sempre per il Napoli – oggi fa sorridere rispetto alla valutazione di mercato del centravanti nigeriano. E vuoi vedere che MagAurelio s’inventa un’altra mandrakata per blindare il suo gioiello e un domani rivenderlo a quelle cifre che altri, oggi, ritengono folli?

 

A cura di M. Niicta (Gazzetta)

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