Dario, Giovanni, Giuseppe e Rino hanno 10 anni e una passione in comune: il calcio. I quattro amici ci giocano appena possono su una piazzetta quadrata, alla periferia nord di Napoli. Hanno un talento e un’intesa che li rende quasi imbattibili. Per ora hanno al piede il mitico Super Santos, il pallone di plastica arancione a strisce nere, ma presto ne calceranno uno di cuoio e avranno addosso le magliette del Napoli. Giocano e sognano a occhi aperti e il futuro sembra avvicinarsi di colpo perché si presenta un tale che tira fuori una mazzetta di soldi dalla tasca. Pagati per giocare a calcio come i campioni veri… In verità non devono giocare e basta. Quando si affaccia in zona una macchina della Polizia, devono mettersi a urlare «O pallone! O pallone!». E’ il segnale di fuga per gli spacciatori. I ragazzi sono stipendiati dal Sistema per fare da palo in una piazza di droga. Il primo bivio capita a Dario che deve scegliere se buttarsi anima e corpo in quell’azione che può portare al gol, l’orizzonte dei suoi sogni, o mantenere l’impegno di sentinella. La Polizia fa irruzione senza che sia scattato l’urlo «O pallone!» e il piccolo goleador la paga cara, con la sua famiglia. Fonte: Gazzetta
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