Polverosi, giornalista Cds: “C’era una volta il fattore campo. Napoli docet”

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Il commento di Alberto Polverosi sul C dS:

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“Siamo entrati in un altro calcio? La domanda potrebbe avere già una risposta se fosse sufficiente il dato statistico che appare molto chiaro: in casa si vince e si perde come fuori, non c’è più differenza. Anzi, in qualche caso la differenza è a favore delle trasferte. L’esempio del Napoli è lampante, ma ce ne sono anche in zone più basse della classifica, come l’Empoli. E a conferma di questi numeri la sintesi perfetta arriva proprio da NapoliEmpoli al Maradona finita con la vittoria dei toscani. La squadra di Spalletti ha perso in casa anche con lo Spezia, con l’Atalanta e col Milan, ha vinto in trasferta a San Siro contro il Milan e risultati assai robusti (due volte 4-0) sono arrivati a a Udine e Marassi con la Samp. Quanto all’Empoli, ha battuto la Juve e il Napoli in trasferta e ha fatto 3-3 all’Olimpico con la Lazio. Totale: 11 punti al Castellani, 21 fuori casa.  

Abbiamo preso gli esempi di due squadre con obiettivi diversi in modo da chiarire che non si tratta di un caso, ma ormai di una tendenza. Era iniziato tutto con la pandemia e gli stadi vuoti. In Spagna, quando le squadre andavano a giocare al Bernabeu, si parlava dell’effetto “miedo escenico”, il panico da palcoscenico. Ecco, in Italia non esiste più. L’urlo di uno stadio, zittito dal maledetto virus, ha prima attenuato e poi quasi cancellato la paura della trasferta. Il fattore-casa, come si chiamava una volta, era scomparso. Ma anche quando gli stadi sono stati riaperti, quando l’urlo della folla, l’urlo di San Siro e dell’Olimpico, è tornato a rimbombare nelle orecchie degli avversari, il risultato non è cambiato. Forse è l’effetto a lungo rilascio della pandemia o forse molti hanno cominciato a pensarla come Gigi Buffon che, alla vigilia di trasferte temute per l’ambiente, ripeteva: «Non ho mai visto un tifoso fare gol».  
Se quello era un modo di farsi coraggio, ora è realtà. Forse è cambiata la mentalità dei giocatori, di sicuro si è rinvigorita quella degli allenatori nella parte medio bassa della classifica. Sono sempre di più le squadre che puntano al risultato attraverso il gioco, squadre che non cambiano atteggiamento se il prato non è quello di casa. Abbiamo fatto l’esempio dell’Empoli perché è quello più evidente. Anche quando ha perso, non ha mai rinunciato a giocare, come è successo pure sabato sera a San Siro contro il Milan. L’Empoli è allenato da Andreazzoli, un tecnico non più di primo pelo, ma anche molti suoi colleghi più giovani non si limitano a difendere il pareggio e soprattutto non cambiano linea di gioco da una partita in casa ad un’altra in trasferta. Thiago Motta ha portato lo Spezia a conquistare San Siro (anche se in quel caso c’è stato l’aiuto arbitrale), Dionisi ha messo sotto la Juve nel suo stadio, il Venezia di Zanetti ha vinto uno scontro diretto a Empoli. Tutto questo è aiutato dalle imperfezioni delle grandi che concedono spesso la possibilità di farsi attaccare. A volte capita per presunzione, a volte per veri e propri difetti. Il fatto è che oggi il 2 in schedina non è più un azzardo”. 

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Fonte: Polverosi (Cds)

 

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