Diego H. Maradona (il nipote): “Conosco il rapporto tra mio zio e Napoli dai racconti di mio padre”

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Lorenzo Insigne non si sorprenda se un giorno a Toronto, dove ha deciso di chiudere la carriera, gli arriverà un messaggio o una telefonata di Diego Maradona. È il nipote del suo mito. Si chiama Diego Hernan Maradona, ha 33 anni, è figlio di Raul detto Lalo. Da tempo vive con la moglie Sara e i due figli Mateo e Leone a Toronto, dove ha aperto la scuola calcio Diego Maradona Soccer Academy nell’agosto 2013, e vorrà dare il benvenuto a Insigne, ricordando l’affetto che il Capitano dei trionfi azzurri, suo zio, aveva per lui.
Diego, come è nata questa scuola calcistica? «Quando ho smesso di giocare io e mia moglie abbiamo deciso di aprire una Soccer Academy e continuare a trasmettere la passione e la conoscenza del calcio di Maradona alle giovani generazioni canadesi. Siamo al lavoro da quasi nove anni, offrendo programmi di allenamento per fasce di età e grado di abilità. Prepariamo giovani talenti per giocare a più alti livelli e nelle squadre delle università. Porto anche i migliori ragazzi in altri Paesi per allenarsi, acquisire esperienza e possibilmente ottenere un contratto per iniziare la carriera calcistica. Gestiamo la nostra accademia principalmente fuori da Woodbridge, una città che ha un grande numero di italiani. La maggior parte dei nostri giocatori sono italiani, tra cui ovviamente anche napoletani. Compresi i miei figli: mia suocera ha origini napoletane».
Qual è stato il rapporto con suo zio, il più grande calciatore al mondo? «Io, da piccolo, non lo vedevo così ma come il mio fantastico Tio Diego con cui amavo trascorrere tanto tempo. Lo guardavo giocare anche nel cortile della casa di mia nonna: era incredibile qualsiasi suo tocco. Quando sono cresciuto e ho cominciato a viaggiare, ho capito quale impatto globale aveva Diego».
Sa quanto è forte il legame tra Napoli e Maradona, anche oltre la sua morte? «Sono stato brevemente a Napoli nella primavera di tre anni fa, dopo una vacanza con la famiglia a Capri. Bellissima la città, spero di tornare presto per visitarla meglio e, naturalmente, recarmi nello stadio che è stato dedicato a Diego Armando Maradona. Mio padre ci ha raccontato tante storie sul meraviglioso rapporto tra zio Diego e Napoli, dove ha vissuto anche lui per tanto tempo, prima che la sua carriera calcistica lo portasse in giro per il mondo. Papà ha giocato anche in Canada trent’anni fa, dopo essere stato al Boca Juniors, in Spagna e in Giappone».
Quale livello ha raggiunto il calcio nordamericano, quello in cui giocherà dalla prossima stagione Insigne? «Sta decisamente crescendo sotto l’aspetto della qualità dei giocatori e dell’interesse del pubblico. Quando arrivai in Canada, circa quindici anni fa, sono diventato subito un fan del Toronto, la nuova squadra di Lorenzo. Mi piace andare allo stadio, non mi perdevo una partita di Giovinco e ora sono entusiasta di questo grande acquisto».
Già, cosa pensa del colpo Insigne? «Sono un suo tifoso e posso capire perché anche mio zio Diego fosse un suo fan. Guardo in tv tutte le partite del Napoli e con la mia famiglia ho fatto il tifo per l’Italia agli Europei, vinti anche grazie al contributo di Lorenzo. Nel momento in cui ho saputo dell’accordo col Toronto mi sono assicurato i biglietti per la sua prima partita in casa: non vedo l’ora di vederlo giocare. Ho saputo che ha due figli, sarebbero i benvenuti nella nostra Academy».
In poco più di un anno lei ha perso due zii, Diego e Hugo. La sua famiglia come sta superando questo profondo dolore? «Sono stati mesi devastanti, zio Diego era anche il mio padrino. Nella vita come nel calcio ci sono vittorie e sconfitte, bisogna riuscire a reagire e ad andare avanti. Io cercherò sempre di tenere vivi i ricordi e trasmetterli ai miei figli, ecco perché a loro faccio vedere i video delle partite di zio Diego. Vorrei tornare con Mateo e Leone a Napoli perché là c’è tanto della storia della famiglia Maradona. E adesso Insigne, un pezzo di Napoli e del Napoli, verrà a Toronto». È come riannodare dei fili per Diego Hernan Maradona.

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F. De Luca (Il Mattino)

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