Ballotta: “Lacrime di coccodrillo di Donnarumma. Ospina offre più garanzie di Meret, anche se preferisco l’italiano”

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A “1 Football Club”, programma radiofonico condotto da Luca Cerchione in onda su 1 Station Radio, è intervenuto Marco Ballotta, ex portiere, fra le tante, di Inter e Lazio. Di seguito, un estratto raccolto dalla redazione ilsognonelcuore.com.

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“Donnarumma? Sapeva di andare in un club dove c’erano altri portieri di grandissimo livello, anche se lui si sente il migliore del mondo. A Parigi nessuno gli regala la porta, com’è giusto che sia. La sua uscita non è felice, se gioca Navas è perché offre più garanzie al suo mister. Sono dichiarazioni da lacrime di coccodrillo: è andato via dal Milan per un discorso economico, inutile lamentarsi ora. Il campionato francese non è all’altezza del nostro, di certo non è andato lì per continuare il suo percorso di crescita. Lazio? Il giudizio su Sarri è influenzato da quello che ha fatto al Napoli, ma lui è stato anche al Chelsea ed alla Juve. Il suo gioco non è di facile assimilazione, bisogna trovare dei compromessi. Nella capitale, da qualche settimana, si stanno vedendo i primi risultati, con i calciatori che iniziano a capire le richieste del mister. Scudetto? I giochi non sono ancora fatti, ma,per ora, Napoli, Milan ed Inter sembrano irraggiungibili. Secondo me l’Atalanta può agganciare le squadre sopracitate, mentre per la Juve mi sembra plausibile solo un posto tra le prime quattro. Ospina-Meret? L’alternanza in porta non mi piace, ma il colombiano sta dimostrando di avere qualcosa in più, anche se io preferisco l’italiano. Il ragazzo è stato anche falcidiato dagli infortuni, dunque è stato sfortunato. Non mi sento di dargli consigli, ma al posto suo, se non fossi titolare andrei a giocare altrove. Per continuare a crescere e completarsi deve giocare con continuità. Nella mia carriera mi sono sentito spesso superiore a chi mi era avanti nelle scelte del mister, fortunatamente sono sempre riuscito a dimostrare il mio valore quando mi chiamavano in causa, e grazie a ciò ho giocato da professionista fino a 44 anni. Comunque, a certi livelli bisogna essere bravi a diventare un punto di riferimento anche oltre i novanta minuti, ed io credo di esserlo sempre stato”.
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