Vanzina: “E’ l’anno del Napoli, oggi dovrebbe vincere, ma c’è sempre un ma…”

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Oggi all’ Olimpico Roma/Napoli. Enrico Vanzina (regista e sceneggiatore) è convinto che sia l’anno degli azzurri. Su Il Mattino, leggiamo:
“Lo dico sinceramente per una serie di ragioni: otto vittorie consecutive, un grande centravanti, qualche briciolo di fortuna, un entusiasmo popolare debordante, ma soprattutto i limiti delle squadre avversarie. Tra le quali, la mia Roma, squadra fragile e irrisolta, sfortunata ma anche suicida, che oggi affronta proprio il grande Napoli nel più classico dei Derby del Sole (o Derby del Sud). Stavolta, questo ennesimo scontro tra giallorossi e azzurri si basa di più sullo scontro tra due allenatori: José Mourinho e Luciano Spalletti. 
A giudicare dalle squadre allenate sembra non ci sia partita tra i due, eppure, oggi, Mourinho affronta il Napoli in assoluto stato di inferiorità. Per classifica, per gioco, per rendimento e per giudizi unanimi della critica sportiva. La sua Roma è un guazzabuglio di incertezze, il Napoli di Spalletti, al contrario, è una realtà quasi consolidata. Detto questo, il risultato del derby, come succede sempre, è molto incerto. Dovrebbe poter vincere il Napoli, ma nel calcio c’è sempre un ma. In questo caso ne vedo, scherzosamente, alcuni di una certa rilevanza. Uno, il calcolo della probabilità: non si può vincere sempre. Due, il fatto, comunque, che Mourinho è un vincente mentre Spalletti è un perdente di lusso (noi romanisti ne sappiamo qualcosa, con lui tre volte secondi in campionato). Tre, un terzo motivo ipotizzabile da qualche maligno: nell’ultima partita la Roma è stata oggettivamente danneggiata dalle decisioni arbitrali, quindi potrebbe avere qualche aiutino come risarcimento. Napoletani, ve l’ho già detto all’inizio, non toccatevi. Questi sono solo pensieri in libertà di uno che ama il calcio e, in cinquant’anni di tifo, ne ha viste di tutti i colori. Le partite non si vincono sempre sul campo, talvolta il Dio del pallone si diverte a mischiare le carte e a ribaltare pronostici annunciati. Senza, però dimenticare, che se Osimhen e Abraham lo decidono, la vincono da soli, anche allenati da me. Perché alla fine, usando il pensiero di Boskov, partita la vince chi butta palla dentro. Con buona pace dei santoni delle panchine che stanno a guardare.”

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