“Sueno bendito” la serie su Maradona: i protagonisti

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La data è ufficiale: «Maradona: sueño bendito» (Sogno benedetto), la serie in 10 puntate di un’ora ciascuna, che traspone sullo schermo la vita del dio mancino, andrà in onda a partire da venerdì 29 ottobre su Amazon Prime Video in 240 Paesi, praticamente in tutto il mondo (e già si pensa a una seconda stagione). Il business è colossale e a nulla è valso finora il tentativo di bloccarlo da parte della moglie Claudia Villafane, che non ha accettato il modo in cui è stata rappresentata. Diego, però, era entusiasta del progetto. Leggete come l’hanno descritto a «Il Mattino» i tre attori argentini che gli hanno dato vita. La domanda era: quando lo avete interpretato, nessuno immaginava quel che sarebbe accaduto: la sua stessa morte, improvvisa ma temuta, e il Covid. Se doveste girare ora, recitereste allo stesso modo? E loro, Nicolas Goldschmidt (il giovanissino Dieguito), Nazareno Casero (el pibe de oro) e Juan Palomino (l’ultimo Diego), in streaming da Buenos Aires: «No, perché Maradona trascende tutto e tu, da napoletano, dovresti saperlo». Goldschimdt: «Io sono nato nell’86 e non conoscevo il mondo senza di lui. Dopo, per me tutto è cambiato». Palomino: «Oggi una parte della mia esistenza è stata cancellata. Ma, poi, penso: no, lui non se ne è andato, continua a bruciare in chiunque ami la vita e il football. Il suo spirito indomabile, il senso di ribellione che ha riversato intorno a sé sono sempre presenti».
 «Sueño bendito» – dicono ad Amazon Prime – «è la storia di un idolo universale che aveva come simbolo e marchio un paio di scarpette. Mostra il sogno di un nume e l’incubo di un uomo, la vita di un eroe sul campo di calcio e di una creatura fragile su quello della vita, circondata da ogni genere di eccessi, droghe a tonnellate, belle donne, feste senza fine e un’assoluta incapacità di auto-controllo. Il mondo fu ai suoi piedi e gli offrì tutto. Noi l’abbiamo visto afferrare la fiamma tra le mani e lasciarsi bruciare. Ma che cosa è meglio? Vederlo ardere o estinguersi lentamente?».
di Luciano Giannini
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