Papa Francesco nomina Battaglia Arcivescovo di Napoli:”«Napoli incrocio di bellezza e di ricchezze umane”

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Papa Francesco ha nominato monsignor Domenico Battaglia nuovo arcivescovo di Napoli, in sostituzione del cardinale Crescenzio Sepe, già in ‘prorogatio’ da due anni, del quale il Pontefice ha accettato la rinuncia per raggiunti limiti di età. Mons. Battaglia, 57 anni, calabrese di Satriano (Catanzaro), è l’attuale vescovo della diocesi campana di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti.

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Mons. Battaglia – riferisce il Bollettino della Sala stampa vaticana – è nato il 20 gennaio 1963 a Satriano, provincia di Catanzaro e arcidiocesi metropolitana di Catanzaro-Squillace. Ha svolto gli studi filosofico-teologici presso il Seminario San Pio X di Catanzaro. Ordinato sacerdote il 6 febbraio 1988, è stato rettore del Seminario Arcivescovile Liceale di Catanzaro e membro della Commissione diocesana Giustizia e Pace (1989-1992), amministratore parrocchiale a Sant’Elia, parroco della Madonna del Carmine a Catanzaro, direttore dell’Ufficio diocesano per la Cooperazione missionaria tra le Chiese, parroco a Satriano (1992-1999). È stato successivamente collaboratore del Santuario Santa Maria delle Grazie di Torre Ruggero, collaboratore parrocchiale a Montepaone Lido e amministratore della Parrocchia di Santa Maria di Altavilla a Satriano. Dal 1992 è stato presidente del Centro Calabrese di Solidarietà, struttura legata alle Comunità terapeutiche (Fict) di don Mario Picchi. Dal 2000 al 2006 è stato vice presidente della Fondazione Betania dell’Arcidiocesi metropolitana di Catanzaro-Squillace.

 

Dal 2006 al 2015 ha ricoperto l’incarico di presidente nazionale della Federazione Italiana Comunità Terapeutiche. Eletto vescovo di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata dè Goti il 24 giugno 2016, è stato consacrato il 3 settembre successivo. Papa Francesco lo ha nominato oggi arcivescovo metropolita di Napoli, trasferendolo dalla diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata de’ Goti.

 

«Napoli, incrocio di bellezza e di ricchezze umane all’ombra del Vesuvio, con la sua complessità ed i suoi evidenti problemi, alcuni antichi ed altri nuovi, rappresenta il vero tesoro del Sud, con i suoi limiti e le sue possibilità» ha detto l’arcivescovo eletto di Napoli, don Mimmo Battaglia, nel messaggio inviato alla diocesi di Napoli nel giorno dell’annuncio della sua nomina alla guida della diocesi partenopea, succedendo al cardinale Crescenzio Sepe. «Accanto al desiderio di questa umanità che vuole rialzarsi, ci sono tanti che sperano – ha proseguito Battaglia – ci sono tante che sperano e lottano ogni giorno per la giustizia, l’onestà, l’uguaglianza e la preferenza verso i più deboli, ma anche per la mancanza del lavoro, che rimane la vera piaga di questa nuova società. Con questa speranza, con questa forza, desidero venire tra voi e condividere la vita ed il cammino della nostra fede battesimale». Alla Madonna «affido in particolare il servizio dei medici e operatori sanitari che con la loro fatica sostengono la sofferenza e la solitudine di tanti colpiti dalla pandemia» ha poi scritto.

La cosa che lo ha reso più felice «è stata quella di aver aiutato gli ospedali, ed in particolar modo quegli pediatrici» ha detto Crescenzio Sepe nell’annunciare la nomina del suo successore. Sepe ha detto che tutte le opere di carità, come l’asta di beneficenza, il pranzo per I poveri e la Casa di Tobia (struttura per l’accoglienza di mamme in difficoltà) sono state possibili grazie «al grande cuore dei napoletani». Sepe non andrà via da Napoli. Andrà a vivere in un appartamento sulla collina di Capodimonte, annesso alla basilica del Buon Consiglio, dal quale si vede il mare di Napoli, dove hanno vissuto in passato, dopo il pensionamento, anche i suoi predecessori, i cardinali Michele Giordano e Corrado Ursi. «Da un finestra si vede il mare e voglio morire con il mare negli occhi», ha detto con un po’ di commozione che da oggi è amministratore apostolico della diocesi partenopea e lo sarà fino all’arrivo a Napoli del suo successore, don Mimmo Battaglia, dal 2016 vescovo di Cerreto Sannita. «Anche se resto a Napoli – ha detto Sepe rivolgendosi soprattutto ai sacerdoti – l’arcivescovo sarà unolo solo. Io cosa farò? Mi dedicherò alla preghiera e alla lettura». Sepe ha donato la sua biblioteca al seminario di Aversa, sua diocesi di origine, dove ha compiuto i primi passi della sua formazione. Dopo l’ordinazione sacerdotale è entrato alla Pontificia Accademia Ecclesiastica, che forma il clero destinato al servizio diplomatico nelle varie Nunziature apostoliche.

«Sono molto felice della nomina di don Mimmo Battaglia ad Arcivescovo di Napoli. Ho conosciuto personalmente Battaglia quando ero magistrato in Calabria e ne ho sempre apprezzato la sua costante vicinanza ai più fragili e ai più deboli. Uomo semplice ed umile ma dotato di forte carisma e personalità. Credo possa incarnare al meglio il verbo profondo di Papa Francesco. A Don Mimmo Battaglia garantiremo la massima cooperazione possibile con l’obiettivo dell’unità del popolo napoletano in un momento così difficile. Insieme lavoreremo per diminuire disuguaglianze e per la costruzione di una sempre più forte fratellanza di comunità. A Don Mimmo Battaglia diamo il benvenuto nella nostra amata città dal cuore immenso» afferma il sindaco Luigi de Magistris.

 

Il Mattino

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