Roma/Sassuolo – Tutto sull’arbitraggio del napoletano Maresca, arrogante e presuntuoso

La presunzione  sopra espulsioni  (fatte e no) e rigori

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La moviola di Edmondo Pinna

Factory della Comunicazione

Si fa fatica a raccontare la partita dal punto di vista di Fabio Maresca, 39 anni, di Napoli. C’è un solo punto in comune, non solo con la partita di ieri, ma con tutta la sua carriera (di “casi” fra serie B e C potremmo citarvene a bizzeffe): il suo atteggiamento arrogante e presuntuoso che pesa più di mille errori. Che, poi, sono davvero tanti, e allora il quadro è completo. Peccato, aveva illuso tutti, lo scorso anno, quando sembrava aver limato questo aspetto del suo carattere. Ieri la conferma: chi nasce tondo… Sbaglia tutta la partita, schizofrenico da un punto di vista del metro arbitrale, in balia della gara e della sua protervia. La chiude con un rosso, 8 gialli e 21 falli. E una valanga di polemiche, tutte ben riposte. Meriterebbe 2, prende 3.
ROSSO FUOCO
L’errore più grande è la mancata espulsione di Obiang: destro, piede a martello, gamba tesa, sulla caviglia destra di Pellegrini. Espulsione per (quasi) tutti, fra chi si arrampica sugli specchi pure Maresca e il suo sciagurato VAR di ieri, Guida, a meno che (e non lo possiamo escludere a priori, viste le premesse) non sia stato lo stesso arbitro in campo a farlo tacere.
SBIADITO 
Errore che diventa gigantesco se si paragona al doppio giallo per Pedro: sul secondo poco da dire (ferma Lopez in ripartenza), il primo lascia dubbi grossi: primo, Berardi (e non è una novità) simula un colpo al volto (poi scende sul collo, in realtà è a mezzo petto); secondo, Pedro “spizza” il pallone che era alto, senza forza nei confronti dell’avversario. Ma se pure vogliamo dar credito ai puristi del regolamento («imprudenza» porta sempre al giallo), stona un dato: nel primo tempo, sei falli della Roma, quattro gialli e un rosso. Allora il resto (vedi Obiang) è tutto un errore.
DA RIGORE 
Cross di Spinazzola, davanti a lui Ayhan tocca il pallone con il braccio destro (attenzione, non il primo, quello più vicino al pallone, ma il secondo, da sempre considerato maggiormente “punibile” nelle valutazioni) che è largo nella parte dell’avambraccio. Nel dubbio, meglio la presunzione che l’umiltà. Ci stava il rigore.
ANNULLATI 
La perla: a pochi centimetri, giudica buono uno sgambetto di Dzeko a Locatelli prima del tiro di Mkhitaryan che finisce in porta, giustamente il VAR richiama e fa annullare. Annullato quello di Haraslin, in offside sul passaggio di Traore.

VAR: Guida4 Affonda con tutta la nave. 

Fonte: CdS

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