La rissa in Juve Stabia-Entella potrebbe portare dei DASPO

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Si aggrava la posizione di Mauro Coppolaro e Pasquale D’Inverno, i due protagonisti del dopo-gara infuocato della sfida tra Juve Stabia ed Entella di venerdì. Entrambi rischiano il Daspo (a decidere nelle prossime ore sarà la Questura di Napoli, ricevuti gli atti dalla Procura di Torre Annunziata). Per il primo, difensore del club ligure, probabile anche una sanzione per danneggiamento aggravato alla porta degli spogliatoi della Juve Stabia. Per il collaboratore di Fabio Caserta, invece, il reato della denuncia a piede libero per resistenza a pubblico ufficiale (avrebbe spintonato un poliziotto nel tentativo di arrivare al contatto con l’avversario). 

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Al vaglio della Procura anche la condotta di Luigi D’Esposito, vice responsabile alla sicurezza della Juve Stabia. Tra gli identificati in seguito alla rissa nel ventre dello stadio Menti. Dopo lo screzio in campo, all’8’ del secondo tempo, e l’espulsione di entrambi, a fine-match Coppolaro e lo stabiese Canotto avrebbero avuto un ulteriore alterco.

La situazione è degenerata e c’è stato un pugno sferrato da D’Inverno al difensore ligure, con un parapiglia sedato non senza difficoltà dalle forze dell’ordine. In attesa degli accertamenti della Procura torrese e delle decisioni del questore di Napoli Alessandro Giuliano, il giudice sportivo della Lega Serie B, Emilio Battaglia, ha usato la mano pesante.

Tre turni di squalifica per Coppolaro e Canotto per quanto accaduto in campo. Una gomitata al volto per il difensore della Virtus Entella, uno spintone contro la recinzione per l’esterno stabiese. Il club campano presenta ricorso. Due giornate a D’Inverno, per uno spintone ad un calciatore in occasione del fallo sul terreno di gioco. Altrettante a Crimi dell’Entella, espulso dalla panchina (per le frasi rivolte al team arbitrale). Un referto che diventa un bollettino di violenze. Questi provvedimenti potrebbero incidere sul finale di campionato, adesso che mancano sei giornate alla fine della stagione regolare. Fonte: Il Mattino

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