La Serie A rimpiange gli introiti del Betting: La politica ne discute

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Calcio e scommesse la guerra dell’1%

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Un fondo “SalvaSport” finanziato con il prelievo fiscale sul betting: vale 145 milioni in un anno. Ma le agenzie, già in difficoltà, minacciano l’esodo.

E’ braccio di ferro tra il mondo dello sport, guidato dal calcio, e l’industria del betting. In gioco un “tesorettopotenziale di 145 milioni di euro, strettamente collegato alla proposta di tassazione (nella misura massima dell’1%) della raccolta di scommesse sportive (nel 2019, in Italia, è stata pari a 14,5 miliardi di euro).

Un prelievo forzoso richiesto espressamente dalla Figc e intermediato dallo Stato. L’operazione potrebbe dare ossigeno ad un intero sistema, attraverso la costituzione di un fondo denominato “SalvaSport”. Inserito nel Decreto Rilancio (l’approvazione del testo è attesa per la prossima settimana).

La cronistoria. Già nel dicembre scorso Gabriele Gravina (presidente della Federcalcio), aveva sensibilizzato il mondo della politica sull’opportunità di tassare la raccolta delle scommesse sportive. Questa idea è pubblicata, e ben descritta, nel programma elettorale (2018) del dirigente pugliese (supportato, su questo specifico tema, dall’advisor Emanuele Floridi): «…Il calcio non può rimanere al di fuori dal circuito remunerativo delle cosiddette scommesse sportive». Più in generale, nello stesso testo, si rivendicava «il diritto di attivare tutti i canali utili per partecipare a questa fonte di risorse… Oppure, più semplicemente, nella logica del riconoscimento dell’attività di impresa, di ottenere la giusta remunerazione per il sistema calcio».


A distanza di due anni, grazie anche all’alleanza con la Lega Serie A, la Figc sta provando a forzare i tempi per portare a casa un minimo di 35 milioni di euro (per l’anno in corso) e ulteriori 40 milioni per il 2021 e il 2022, come previsto attualmente nel testo del provvedimento. Si attendono, infatti, i controlli del ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) e dell’Agenzia delle dogane e dei Monopoli (Adm).


L’obiettivo più ambizioso è intercettare una percentuale pari allo 0.75%-1%. Sul totale della raccolta da scommesse relative ad eventi sportivi (inclusi quelli “virtuali”). Se passasse questa linea, sulla base dei dati 2019 (circa 14,5 miliardi di euro), il fondo “SalvaSport” potrebbe disporre di una dotazione economica compresa tra 108,7 milioni (nell’ipotesi di tassazione allo 0,75%) e 145 milioni di euro (nel caso di imposizione fiscale all’1%). * direttore agenzia Sporteconomy.it. Fonte: CdS

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