Genny a ‘carogna: “Così castigai il Pocho Lavezzi”

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LA LITE IN DISCOTECA

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Vicenda raccontata dal protagonista, vale a dire da Gennaro De Tommaso – noto alla città e al mondo dei tifosi come «Genny a ‘carogna» – che da qualche mese sta collaborando con la Dda di Napoli.

Uomo di «trattative», famoso per la foto del 2014, che lo ritrae sulla staccionata mentre calma la curva azzurra, all’Olimpico, dopo il ferimento mortale di Ciro Esposito, Genny la carogna racconta anche i suoi rapporti con Lavezzi. Siamo in discoteca a Bagnoli: «Litigai con Lavezzi e il portiere Navarra, perché da vero tifoso ultrà non vedevo di buon occhio il fatto che frequentavano una discoteca dove girava droga. Per questo litigio fui chiamato da Antonio Lo Russo di Miano, che era come un fratello per Lavezzi. Il Lo Russo mi minacciò fuori al bar, sulla via principale di Miano, dicendomi di lasciar stare Lavezzi, il quale ci faceva divertire giocando a calcio. Io, pur consapevole di chi fosse il Lo Russo, gli risposi che ragionavo diversamente da lui, perché ero un tifoso. E fu ancora il Lo Russo a costringerci di esporre al San Paolo, nelle due curve, lo striscione il pocho non si tocca». E non finì lì. Genny De Tommaso riuscì ad ottenere un chiarimento anche con lo stesso Lavezzi, grazie alla mediazione dell’allora direttore generale Pierpaolo Marino: «Il giorno dopo raccontai tutto a Pierpaolo Marino, gli spiegai il fatto della discoteca, e fu lui a portarmi da Lavezzi, lì a Castelvolturno. Mi portò negli spogliatoi, al cospetto di Lavezzi, si fece la doccia, poi andammo nell’hotel Holiday inn, sempre a Castelvolturno». E come andò a finire? «Gli spiegai guarda, che se l’ho fatto, l’ho fatto per te. Perché quella discoteca è una discoteca che non ti appartiene. Gli feci capire la situazione e dopo diventammo amici». Un retroscena privo di risvolti penali, nel corso del quale bene chiarirlo – c’è solo il racconto di De Tommaso al momento agli atti. Ma è possibile pensare che la società calcio Napoli, nell’era De Laurentiis, abbia consentito l’ingresso a Castevolturno di soggetti del calibro di Genny la carogna? Agli atti un solo presunto colloquio con il presidente, che si sarebbe complimentato con il «mastino» per la coreografia che ricostruiva il Vesuvio in curva B. Spiega oggi De Tommaso: «Si complimentò con noi, voleva finanziarci, ma noi rifiutammo, gli dicemmo che volevamo solo che il Napoli vincesse di nuovo».

A cura di Leandro del Gaudio IL MATTINO

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