LE TENSIONI BIANCONERE
A dispetto delle due vittorie di misura – 1-0 sul Parma e 4-3 sul Napoli – la Juve non è partita bene, se si vogliono osservare le prestazioni attraverso le lenti di Sarri e non quelle di Allegri, cioè dell’assoluto pragmatismo. Maurizio prova a imporre l’Idea anche in una squadra che mette storicamente il risultato davanti a tutto e che per riuscirvi ha operato fortissimi investimenti: secondo l’analisi del centro studi CIES, la Juve ha speso 1.272 milioni negli ultimi dieci anni, in cui sono arrivati 8 scudetti ma nessun titolo europeo. Il Napoli ha investito la metà (693 milioni) nello stesso periodo, meno di Inter e Milan, tuttavia è stato il club che ha conquistato più volte la piazza d’onore: quattro volte secondo. Non è soltanto per il suo passato napoletano che Sarri ancora non è entrato nel cuore del popolo bianconero: ha bisogno di tempo per perfezionare i meccanismi. In questo contesto emergono tensioni nello spogliatoio: Dybala è partito dalla panchina; Emre Can e Mandzukic sono stati esclusi dalla lista Champions e la protesta del tedesco è stata vibrante. La domanda è: riuscirà Sarri, che nella sua carriera ha sempre diviso la squadra tra titolari e riserve, a gestire questo gruppo? A Londra ha saputo superare la forte iniziale diffidenza dell’ambiente vincendo l’Europa League col Chelsea (oltre al terzo posto). L’esordio Champions è da brividi, in casa dell’Atletico Madrid eliminato dai bianconeri nella scorsa edizione e quest’anno intenzionato a vincere la Liga e a conquistare la finale di Coppa, come lasciano pensare investimenti per 329 milioni, il top in Europa nei mercati inverno-estate 2019.
Fonte: Il Mattino