Galli ex portiere Napoli: “Le parate con i piedi? Le più difficili”

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Giovanni Galli ex portiere del Napoli e della Nazionale, raramente parava con i piedi. Al contrario di Garella, suo predecessore in maglia azzurra, che invece usava meno le mani rispetto alle gambe. «Era una questione di fisico. Garella aveva una corporatura robusta, ve lo ricordate? Faceva fatica ad andare giù e quindi colmava la lacuna affidandosi all’istinto».
La stessa cosa che deve aver pensato e fatto Ospina domenica sera contro il Sassuolo? Galli, ha una sua spiegazione?
«Ho visto la partita e analizzato i suoi interventi. Ospina è stato abile nell’anticipare la parata, ha immaginato che l’attaccante potesse tirare da un lato e con i piedi ha coperto quell’altro. Se fate attenzione alla prima respinta, quella su Djuricic, l’attaccante del Sassuolo gli tira il pallone quasi addosso».
Come si riesce a parare con i piedi? Questione di abilità o di istinto?
«Fondamentalmente quel genere di parate è dettato dall’istinto, non esiste un’abilità particolare che privilegi i piedi più delle mani».
Quindi non esiste una maniera specifica di allenarsi?
«Assolutamente no. Il portiere è come l’attaccante: l’uno si allena per evitare una rete, l’altro invece per realizzarla. A una punta può capitare di fare gol con la spalla ma non per questo durante la settimana lavora per segnare di spalla. Stesso discorso per il portiere: come potrebbe allenarsi tenendo le mani legate? Piuttosto c’è da dire che i preparatori di oggi hanno affinato certe tecniche di allenamento, per cui l’istinto di affidarsi ai piedi deve far parte del bagaglio tecnico di un bravo numero uno».
Così come non esiste una particolare costituzione fisica per parare bene con le gambe.
«Esatto, verrebbe da dire che chi è più alto e grosso usa meglio i piedi in quanto il tempo di reazione per buttarsi è inferiore rispetto al tuffo e alla parata con le mani. Ma non è così, soprattutto tenendo conto della velocità di tiro dell’avversario e della sua posizione. Faccio un esempio, così diventa tutto più chiaro».
Perfetto.
«Ricordate il gol che Zoff beccò da Socrates ai mondiali dell’82? Venne criticato da tutti perché il brasiliano tirò sul primo palo e lui ci andò con i piedi. Quello fu un movimento giusto perché quando la distanza è ravvicinata, hai voglia a dire che la palla viaggia sul primo palo: il portiere se ci va con i piedi arriva prima. Per una legge fisica, deve tuffarsi se invece la traiettoria viaggia sul secondo palo perché la palla impiegherà più tempo nel coprire la distanza e lui ha altri secondi di vantaggio per stendersi con le mani». 
Mettiamola così: non è soltanto una questione di fortuna.
«Per niente. La parata con i piedi è una specie di àncora di salvezza al quale il portiere ricorre quando sa che in quel preciso istante non può fare diversamente: un tale gesto, a metà tra l’istinto e la bravura, non s’improvvisa. Ospina ha dimostrato domenica sera grande senso della posizione e un impeccabile tempo di reazione»
Sta dando ragione ad Ancelotti.
«Carlo è un fior di allenatore, mica l’ultimo arrivato. Gli ha dato fiducia nei momenti difficili e il ragazzo ha risposto».
Smentendo la teoria che tra i pali non deve esserci turnover.
«Ha voluto conoscere a fondo sia il colombiano che Karnezis prima di fare una scelta più o meno definitiva. Ospina è un nazionale con grandissima esperienza, ha giocato i mondiali e nel campionato inglese tanto per chiarire il concetto che stiamo parlando di un portiere di sicura affidabilità».
Galli conosce bene Carletto per averci giocato in quel Milan che vinceva scudetti e Coppe.
«Mi ricorda un po’ Capello quando venne al Milan per gestire il dopo Sacchi. Avviò la sua gestione lasciando libertà di movimento e di manovra alla squadra che giocava a memoria, proprio come il Napoli di Sarri. In questi primi mesi di lavoro, si è concentrato nel togliere le pressioni derivanti da quel gioco bellissimo ma anche un po’ maniacale».
Questo è il Napoli di Ancelotti?
«Si è già notata la sua intelligenza. Per due mesi ha approfondito le conoscenze del gioco e dei singoli, poi ha iniziato a modificare qualcosa, sia a livello di schemi che di scelta dei titolari: sa che la macchina può viaggiare da sola e ha liberato la fantasia dei singoli».
Farà meglio di Sarri?
«Volete sapere se vincerà? È tosta contro questa Juve».

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Fonte: Il Mattino

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