PAULO DYBALA – Freddezza e idee chiare: «Con questa squadra si può alzare la coppa»

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A ognuno il suo momento. Quando Iker Casillas vinse la sua prima Champions League con il Real Madrid (1999­2000), Paulo Dybala aveva 7 anni e sgambettava ancora sui campetti sudamericani. Il portiere spagnolo poi ne ha sollevata un’altra e un’altra ancora: tre in tutto e l’ultima la conquistò quando l’argentino giocava in B (2013­ 14). Segnare a Casillas è un po’ come fare gol a Buffon: sono due monumenti del calcio, passano gli anni ma loro conservano intatto il loro fascino. Non a caso Iker è stato applaudito dalla curva bianconera, omaggio concesso solo ad avversari scelti. Dybala ci teneva, aveva detto che fare gol allo spagnolo sarebbe stato speciale e proprio sotto la sua curva ha lasciato senza scampo l’ex numero uno del Real.

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L’INFALLIBILE Quattro giorni dopo i veleni di Juventus­Milan, il gladiatore è tornato sul luogo del delitto, il dischetto, mostrando identica precisione. Altra porta, altro angolo, portiere spiazzato. L’ha tirato dalla stessa parte di Doha, l’unico penalty fallito con la maglia della Juve (in totale in Italia sono 14 centri su 16 calciati: Dybala aveva sbagliato una volta anche col Palermo), tenendo però la palla un po’ più bassa. Freddezza e ottima tecnica d’esecuzione, due doti indispensabili per un rigorista. Con lui la Juventus ha rimpiazzato tiratori scelti del passato, che contro Casillas hanno vissuto serate di gloria.

EROI DA CHAMPIONS Carlitos Tevez freddò Iker dal dischetto due stagioni fa, nella semifinale di Champions: era l’andata, la Juventus vinse 2­1 allo Stadium grazie alla rete dell’argentino e gli bastò l’1­1 del ritorno per volare a Berlino. Qualche anno prima il portiere spagnolo aveva avuto gli incubi per colpa di un altro 10 bianconero, Alessandro Del Piero: era il 2003, si giocava nel vecchio Delle Alpi e Pinturicchio firmò uno dei tre gol che permisero alla Signora di ribaltare il 2­1 del Bernabeu e di centrare la finale tutta italiana. Dybala sogna di sollevare quella coppa che i suoi predecessori hanno dovuto lasciare in mani altrui in quelle due occasioni, ma che avevano comunque vinto in precedenza.

SIAMO DA FINALE Paulo ieri ha festeggiato la terza rete europea, la seconda in un ottavo (dopo quella di un anno fa al Bayern). Il pubblico lo ha ringraziato per l’ennesimo cameo con una standing ovation: delle 14 reti stagionali (di cui 6 su rigore), 12 hanno avuto lo Stadium come teatro e 10 sono arrivate nel 2017. Ora che la Signora è nei quarti è lecito guardare fino a Cardiff: «Il rigore con il Milan pesava di più – dice –, ma non è facile calciare in competizioni così. Magari un giorno farò il cucchiaio, ma non lo dico… Ora affronteremmo tutte squadre che giocano bene ma la Juventus può vincere la Champions: con la squadra che abbiamo non possiamo non pensare di arrivare in finale, dove vorrei trovare il Barcellona, meglio affrontarlo in gara secca. Abbiamo le nostre chance». Dybala vuole vincere ed essere decisivo, come è successo ieri con il Porto di Casillas.

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