Repubblica: “Diawara ha cambiato il finale del Napoli”

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Limitare i danni, almeno fino alla riapertura del mercato: in cui il Napoli si dovrà mettere d’impegno per rinforzare il suo attacco. Ieri sera, contro il Besiktas, c’è voluta una fiondata in extremis di Hamsik per tenere a galla gli azzurri, sull’orlo del naufragio in riva al Bosforo. Il pareggio alla Vodafone Arena (1-1) consente invece alla squadra di Sarri di continuare a lottare per l’ingresso negli ottavi di finale: nonostante la carenza molto penalizzante di un centravanti di ruolo e i limiti di un gruppo atleticamente poco consistente, costruito puntando soltanto sulla qualità. La Champions è una competizione per corazzate, che Sarri sta cercando di navigare coraggiosamente a bordo di un veliero: un po’ per necessità, ma almeno in parte pure per sua scelta. Perfino in un braccio di mare insidioso come quello del Bosforo, dove il Napoli si è presentato ieri sera con un equipaggio a corto di muscoli e di centimetri: complice la rinuncia al prodiere Diawara, più strutturato fisicamente dei compagni di reparto e reduce dalla brillante prestazione in campionato contro la Juve. Il tecnico gli ha preferito di nuovo Jorginho, un altro peso leggero, pur avendo già in mezzo al campo altri due centrocampisti di poca stazza, come Allan e Hamsik. Ma agli azzurri è mancata ancora una volta la forza d’urto specialmente in attacco: dove il rientro tra i titolari del deludente Gabbiadini non è bastato per dare solidità al reparto. Iniziano a presentare il conto le scelte fatte nel mercato estivo, in cui il club di De Laurentiis ha dato la priorità ad altre esigenze: dimenticandosi di investire almeno una parte dei 90 milioni della cessione di Higuain per acquistare un centravanti. Non lo era nemmeno il polacco Milik, che in Nazionale fa da spalla a Lewandowski e comunque ce la stava mettendo tutta per tappare la falla, fino al grave infortunio che lo ha tolto dai giochi. A Sarri è rimasto solo Gabbiadini, che anche ieri si è spento dopo un avvio di gara promettente, in cui si era presentato due volte davanti al portiere avversario. Fallita la doppia chance, però, l’attaccante di scorta ha cominciato a perdere colpi e non è quasi mai riuscito ad assecondare gli sforzi dei compagni: capaci di prendere d’assedio per lunghe fasi della gara la metà campo del Besiktas. Ma il Napoli è un bel pugile senza il colpo del ko, mancato ieri a ripetizione pure da Callejon e Insigne. Stesso discorso a centrocampo, dove il palleggio degli azzurri sta diventando più bello da vedere che redditizio. Agli avversari, invece, basta alzare il pallone e buttarsi in area, per creare dei pericoli dalle parti di Reina. C’erano già riusciti Bonucci e Higuain a Torino e per poco non c’è scappato il bis, nella notte infernale di Istanbul (ferito un tifoso italiano prima della partita). Il rigore di Quaresma (34’ st, mani di Maksimovic) pareva infatti una sentenza, oltre che una beffa. Nella bolgia della Vodafone Arena, che s’era messa ironicamente a inneggiare alla Juve, ci sono voluti l’ingresso di Diawara e soprattutto il lampo di Hamsik per evitare il peggio. «È un punto d’oro», ha respirato il capitano. La barca va tenuta a galla fino a gennaio.

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M. Azzi su Repubblica

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