Gli azzurri giocano come se ancora ci fosse Higuaìn, e questo è forse il vero limite

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Se la mancanza di Higuaìn ha pesato, forse si tratta soltanto di un problema psicologico. Perché il Napoli gli attaccanti li ha. Lo ha dimostrato il belga che poteva segnare tre gol in pochi minuti (ed era anche pronto a battere il rigore) e lo ha dimostrato Milik, che quando è entrato ha avuto due buone occasioni. E poi ci sono gli altri, che domenica a Pescara non hanno brillato. L’errore di Sarri è stato duplice: l’aver fatto le scelte sbagliate (Insigne per Mertens) e aver impostato il Napoli nell’ormai solito 4-3-3. Nessuna novità particolare. Gabbiadini fatica a muoversi come il Pipita, e forse solo Milik può fare qualcosa di simile dal punto di vista tattico. Lasciare tutto invariato rispetto a un anno fa e piazzare Gabbiadini lì in avanti al posto del Pipita è troppo poco. Sarri sa come fare, e deve inventarsi qualcosa di diverso, anche dal punto di vista tattico. Nonostante non ci sia più Higuaìn il potenziale offensivo del Napoli resta grosso. Intanto, però, la difesa non deve tradire: se in avanti c’è da scegliere, lì dietro c’è penuria. Tonelli è ko e lo sarà ancora a lungo, oltre a Chiriches c’è il vuoto. Maggio e Strinic, che praticamente lo scorso anno non hanno mai giocato,sono ancora lì. Cosa farà Sarri? Riabiliterà questi ragazzi e darà loro più spazio? Perché poi, se fino ad ora non li ha considerati. Ecco perché servono rinforzi. Anche l’allenatore lo ha fatto capire. Un centrale di livello possibilmente duttile, ma anche un esterno basso che possa muoversi sui due fronti. Perché il tempo della formazione copia-incolla è finito. Fonte: Il Roma

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