LIVE – Montella: “ADL non mi ha mai chiamato, il Napoli ha vinto pur arrivando 2°”

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Ospite d’eccezione a “La Cartiera” di Pompei e vincitore del premio Football Leader, Vincenzo Montella parte dai ringraziamenti per finire inevitabilmente al campo ed al futuro: “Mi fa molto piacere essere qui, ricevere questo premio per una certa ragione. Sono contento e ringrazio tutti per l’accoglienza. Ci sono stati tanti attaccanti provenienti dal mio territorio tra Cisterna e Pomigliano D’Arco, Di Natale su tutti ma anche Lodi. Quando giocavamo per strada affinavamo facilmente la tecnica, oggi è più difficile. Stando nel proprio territorio però si perde concentrazione, bisogna andare fuori per inseguire un sogno: c’è bisogno di spensieratezza e fare esperienza. Chi è riuscito a crescere in Campania è un’eccellenza nel mio settore. Non ha rimpianti, sono andato via a 13 anni ma non è dipeso da me ma dalle situazioni. Ora ho intrapreso una nuova carriera, mi auguro ancora lunga perchè ho qualche sogno da inseguire. Ho deciso di smettere prima dei 40 anni perchè avevo voglia di allenare cominciando dai bambini. All’inizio però non ero convinto ma la passione è cresciuta man mano. Le esperienze negative sono formative rispetto a quelle positive, talvolta fuorvianti e ti fanno perdere equilibrio. Quest’anno è stata perciò la miglior esperienza, entrare in corsa mi è stato utile per programmare il futuro. Ricordo la prima esultanza con l’aereoplanino, segnando dopo essere subentrato dalla panchina: era col Genoa in Serie B. Ci sono stati calciatori migliori di me. La voglia di giocare c’è sempre, anche un pò di malinconia, ma un allenatore non deve rapportare tutto alla sua carriere, è limitativo. Nel calcio niente è certo e incerto, sono stato chiacchierato sul Napoli ma non ho mai avuto contatti diretti. Ho ricevuto apprezzamenti da De Laurentiis, fanno piacere, ma tutto finisce lì: mai stati contatti concreti. Un allenatore deve sentirsi realizzato, per la Nazionale non c’è un’età ma solo u n discorso di vocazione. Anzi, è più facile mettere insieme calciatori dello stesso paese che una squadra di club. La Nazionale Italiana sarebbe un orgoglio, è il sogno di ogni bambino, ed è motivo di vanto esserne accostato. Un allenatore deve migliorare i calciatori e far crescere la squadra ma è necessario per il gioco una strategia per la sua costruzione. Non vince un modello di gioco ma il modello e molto spesso sono costruite senza questo. I calciatori devono sapere sempre cosa fare in campo, cambiare per cambiare non serve. Ho un contratto con la Sampdoria, mi piace lavorare per migliorare e quindi ho rinnovato il mio impegno. Non mi piacerebbe lasciare in questo modo. Gli obiettivi li sceglie la società, abbiamo parlato di programmazione ma non di uomini. Parto con entusiasmo, voglio iniziare in maniera diversa da come abbiamo finito. Se il Napoli non è arrivato primo non è detto sia mancato qualcosa, si può vincere anche da secondi. Hanno trovato davanti una squadra che sul lungo periodo è più forte ed esperta ma il Napoli ha disputato una grandissimo campionato.”

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