Adolfo Mollichelli (Emozionapoli): “Azzurri come gli All Blacks”

Dopo la delusione genovese, Udinese avversario ideale per volare

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Si va incontro all’Udinese di Totò Di Natale (ma ci sarà?) con la rabbia in corpo per il pareggio di Genova. C’è da smaltire una delusione profonda. Sotto la Lanterna c’era la possibilità di agganciare al primo posto la Viola di mister Tod’s e la Beneamata
di Mancini che ha versato lacrime dopo il successo sulla Roma grazie al tiretto del pittbull Medel, conclusione che, sinceramente, bbbbbnon era proprio impossibile intuire e neutralizzare. Ma si sa che i giallorossi hanno tra i pali un tipo da codice fiscale: Szczesny!
E invece, gli azzurri si sono ritrovati addirittura quarti allo spirare del weekend di Halloween e mannaggia ‘sta festa della zucca che mi lascia del tutto indifferente. Però a pensarci bene, un refolo stregato ha soffiato a Marassi. Sì, quel rigore di Burdisso su
Higuain, quell’abbraccio furbastro, andava sanzionato. Sarebbe stato doveroso il fischio di Doveri e invece niente. Non c’era affollamento in area (mucchio vi piace di più? E comunque la visuale era delle migliori) e dunque si fa presto a pensare male – e spesso s’indovina, come asseriva Andreotti – anche perché è alquanto innaturale che sia ancora vuota la casella dei rigori a
favore di una squadra che ha il terzo attacco del campionato. Dite che gli attaccanti azzurri vanno a bersaglio spesso da lontano o attraverso incursioni pulite e solitarie? Vero anche questo, ma resto dell’opinione che il rigore genovese andasse concesso
senza ripensamento alcuno. Detto ciò, e pur volendo considerare valido il discorso attenuante sulle condizioni non ideali del terreno di gioco, mi sembra onesto considerare che il Napoli è apparso non lucido come al solito nella creazione delle triangolazioni alte che costituiscono il marchio della casa. Ma nonostante un appannamento fisiologico, sono state ben cinque le azioni killer create dagli azzurri. E una grida ancora vendetta, quella spiaccicata da Hamsik sul corpo di Perin che si farà pure qualche bicchierozzo di troppo, ma resta un portiere coi fiocchi.   identità. Sulla carta, il Napoli non è inferiore a nessuna delle altre reginette della zona alta e può (deve) puntare al primo posto. Purché si lasci in pace Sarri. Purché si plachino i bollenti spiriti degli incazzusielli (e ci siamo capiti). Purché si resti gioiosamente concentrati, fino alla fine. Come solo gli All Blacks sanno fare. Ma quella del rugby è un’altra storia.

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