Bianchi: “Azzurri davvero bravi.Icardi nel Napoli avrebbe infinità di occasioni!”

0

Luci su Napoli­Inter: si parte e il pallone ce l’hanno i ragazzi di Sarri. «Possibile che l’Inter non capisca che deve lasciare liberi Albiol e Koulibaly e bloccare gli altri?» fa Bianchi. «Dev’essere un ordine di Spalletti: i nerazzurri non pressano, lasciano l’iniziativa agli avversari» replica Muraro. «D’accordo, ­ aggiunge Bianchi ­ ma in questi casi, quando recuperi la palla, devi tentare anche di giocare lungo sperando di raccogliere la ribattuta. Solo che adesso non è elegante fare “palla lunga e pedalare”…». Il Napoli ricama, l’Inter aspetta. «La squadra di Sarri si muove compatta, non ce n’è uno fermo. Davvero bravi» dice Bianchi e sembra quasi che inviti il Napoli ad accelerare. «A questi ritmi l’Interfatica». Il possessopalla, alla fine, spiega che il Napoli ha tenuto il dominio: 62,3 per cento contro il 37,7 dell’Inter. «Ma Borja Valero sta giocando?» domanda malizioso Muraro. «Io lo arretrerei davanti alla difesa, in modo da liberare Vecino e Gagliardini che hanno energie per arrivare dall’altra parte».

Factory della Comunicazione

ZONA O UOMO?

Ecco il solito disegno del Napoli, sulla fascia sinistra, e poi il traversone dall’altra parte. «Perché i difensori non fanno i difensori?» si dispera Bianchi. «Guardano il pallone e non l’avversario. Dicono che difendono la zona, ma in realtà questo significa marcare l’aria… Per difendere, lo dicevo sempre ai miei ragazzi, bisogna andare avanti e non indietro». Handanovic salva con il piede e Bianchi fa: «Sembrava il mio Garella, ve lo ricordate?». Come no? Quante parate con i piedi, con il corpo, con tutto fuorché con le mani. «Comunque l’Inter fa catenaccio, sia ben chiaro» sentenzia Bianchi, e quisi chiude il primo tempo e si apre un intervallo di ricordi e aneddoti. Come quella volta che il misterfece arrabbiare Maradona (badate, non il contrario). «Già, eravamo negli spogliatoi a San Siro. Diego prende un limone e comincia a palleggiare. Ne fa una trentina, di tocchi. Io gli dico: “Queste sono cose da circo, non servono a niente”. Lui mi fa: “Provi lei”. Prendo il limone e comincio. Uno, due, tre, dieci, quindici, venti, trenta, trentacinque… Ho vinto io e Diego non mi ha mai perdonato. Ogni volta mi chiedeva la rivincita e io non gliela concedevo». Muraro sorride: «Certo che adesso per gli attaccanti è una pacchia. Hanno sempre il tempo di stoppare il pallone, ai nostri tempi avevamo subito l’uomo addosso».

CAMBI

Si riparte e il Napoli boccheggia. «Sono stanchi, si vede ­ annuncia Bianchi ­ Dopo le sfide contro la Roma e contro il City è normale. Adesso l’Inter ha più spazi». «Proprio così, ma bisogna togliere Borja Valer e mettere Eder ­ interviene Muraro ­ Sennò non si è mai pericolosi». «Pensa, Carletto, se Icardi giocasse nel Napoli, quante occasioni avrebbe? Un’infinità. Ma io dico: avete un centravanti che è un animale non gli fate arrivare neanche un pallone? A me pare uno spreco». Candreva recupera vicino alla propria area e poi si spolmona per ribaltare l’azione. «Si fa fatica a giocare in questo modo ­ dice Muraro ­ L’Inter è troppo bassa». «Una volta il grande Ernst Happel mi disse che, se in una squadra gli attaccanti si abbassavano sotto la linea dei centrocampisti, quella non era una grande squadra. Gli attaccanti devono stare là davanti, sennò sprecano energie» spiega Bianchi. «Nell’Inter tutti partecipano alla fase di non possesso ­ aggiunge Muraro ­ Solo che non fanno pressing, si limitano a intasare gli spazi». Qualche sostituzione, un contropiede nerazzurro, una galoppata sulla destra. «Il Napoli è cotto ­ si allarma Bianchi ­ Guardate che giocare le coppe è p roblematico, non c’è tempo per recuperare, non si riassorbe neanche una botta. E comunque il pareggio va bene a Sarri e pure a Spalletti. Nel secondo tempo mi aspettavo qualcosa di più dall’Inter, sono sincero: un gioco più propositivo, come si dice oggi». «Hai ragione, mister. Ma il Napoli, in questa stagione, aveva sempre segnato e contro l’Inter non ci è riuscito. E’ un buon risultato». «Già ­ chiude Bianchi ­, e in Italia si vince se non prendi pochi gol, mica se ne fai tanti».

Fonte: gasport

Potrebbe piacerti anche
Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato.

For security, use of Google's reCAPTCHA service is required which is subject to the Google Privacy Policy and Terms of Use.