La caduta. Eppure dopo il suicidio di Rrahmani al 7′, un autogol con un tiro che voleva essere un passaggio a Meret scoccato al buio, di spalle, senza un criterio, il
Napoli versione 3-5-2 aveva reagito capitalizzando un’incessante pressione offensiva, tale da azzerare il gioco di Cesc. Nell’ordine erano arrivati il pareggio immediato di Jack e il predominio: il Como, schierato con Nico Paz falso nove sostenuto da Strefezza e Diao, era riuscito a tirare in porta per la prima volta al 27′, contro le 7 volte degli azzurri. E ancora: potere assoluto nel possesso (58.8%), nello sviluppo, nelle invasioni. E nei duelli vinti: il 53.5% palla a terra, il 66.7% di quelli aerei. Poi, nella ripresa, involuzione pura: il Como padroneggia i duelli (57.1% e 63.6%), alza la pressione e il Napoli, in tilt, non riesce più a costruire e ad appoggiarsi su Lukaku. Che esce. L’unica grande chance, cucita da Raspadori, è sprecata da McT in area (bravo Butez). Poco prima erano entrati Simeone, più mobile di Rom ma inconcludente, e Anguissa: diffidato e preoccupato di saltare l’Inter, spiega lui stesso la scelta iniziale di Conte. Fabregas, così, ci crede: dentro la punta Cutrone per l’ottimo Caqueret, mezzala incursore. Ed è proprio l’attaccante a rubare palla a centrocampo e a innescare il contropiede rifinito da Paz e chiuso da Diao. I giustizieri della Fiorentina e del Napoli. I veri scugnizzi: la fame salvezza che prevale su quella scudetto. Fonte: CdS
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UFFICIALE – Da oggi vendita promozionale biglietti Napoli/Inter
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