Uno scontro ad alti livelli in panchina.
«Fortunatamente in Serie A il livello è sempre alto. Lo è stato sempre, negli ultimi anni è una lieta certezza. Abbiamo una scuola di tradizione che resiste a tutto. Il tirocinio che i nostri allenatori svolgono in tutte le categorie, dalla Serie D alla A, è senza eguali».
Roma e Napoli è sempre una gara affascinante.
«Mi aspetto conferme dalla squadra di Conte. Il solito Napoli che abbiamo imparato a conoscere: quadrato, essenziale, pratico».
Ranieri, invece, ha stravolto i suoi?
«Claudio è un uomo di un altro livello. Oltre che un allenatore eccezionale. Un saggio, ma non diteglielo».
Perché?
«Quando dicono a me che sono saggio, capisco che ormai sono vecchio».
«Infatti per lui il “saggio” va benissimo. Un giovane saggio, un allenatore che ha saputo prendere le redini della situazione a Roma e dare ordine, gestendo i problemi».
Che ricordi vi legano?
«Durante gli ultimi minuti di un Fiorentina-Vicenza mi feci espellere, ma era solo per perdere tempo e fare punti. Ricordo la sua classe nel venirmi a salutare. Eppure le avevo fatte tutte per provocarlo».
Del tipo?
«Dopo l’espulsione passai davanti alla sua panchina. Fosse stato al contrario, l’avrei mandato a quel paese. Invece fu un signore. Anzi, al termine della gara venne a farci i complimenti…»
Non erano meritati?
«Ricordo che oltrepassammo la metà campo solo in occasione del gol. Poi restammo in difesa tutto il tempo. Claudio fu troppo generoso».
Anche in Europa dirà la sua?
«Non ho dubbi. E poi gli allenatori italiani in Europa sono sempre andati bene. Ma c’è una differenza: in passato tendevamo a chiuderci nel nostro Paese, oggi siamo aperti anche a esperienze all’estero che si rivelano importanti».
Come ha fatto Conte, che nel frattempo ha rivoluzionato il Napoli.
«Antonio è un uomo forte. E porta questa sua attitudine anche nel lavoro che fa».
Bravo il Napoli a riportarlo in Italia?
«Da quello che so io, bravo e fortunato: poteva tornare in Italia anche su altre panchine. Ma se ha scelto Napoli c’è un perché. E comunque è sempre un’ottima cosa avere in Serie A i migliori allenatori e i migliori dirigenti».
«A Lele Oriali, che oggi guardo in tv e vedo ancora come tanti anni fa».
Sarà lui l’arma segreta di questo Napoli?
«Ho avuto la fortuna di averlo con me a Bologna per quattro stagioni. Per me è stato un aiuto fondamentale e lo è anche oggi. Abbraccia i giocatori e poi li rimprovera come solo lui sa fare. Un ago della bilancia. Ero più leggero in tante cose del lavoro perché ch’era lui con me».
Abbiamo la riprova di quanto valga un allenatore?
«L’allenatore è il capo tecnico di un’azienda a tutti gli effetti. Tra i suoi compiti la chimica, il morale, il campo ovviamente».
Ranieri ha annunciato il ritiro a fine anno: cosa gli consiglia?
«Per il campo sarà una perdita importante».