
Cavalieri. Ne sono occorsi sedici per battere la Roma, il campionato e persino la speranza. Per gli altri è tempo di concentrarsi su…altro, perché lo scudetto si prepara a tornare qui, 33 anni dopo. Spalletti, mille occhi e mille braccia, come il suo Napoli. Il calcio che ritorna ad essere gioco. Di tutti: Osimhen, Kvara, Lobotka, Simeone, Raspadori. Dove il protagonismo individuale si alterna, e dove grazie a Spalletti tutti calcano la scena. E’ un leader, Spalletti e va a dormire con un +13 epocale sulla seconda in classifica.
Che gol è stato quello di Osi? «Ha una grande personalità. Tra due difensori ha deciso di fare quei palleggi e poi spara quella cannonata. È una fucilata che ha di suo: fisicamente diventa difficile pensare che non accetti i contrasti. Lui la scatola della partita la riempe sempre: fa contrasti, rincorre, fa duelli, ci mette la faccia e per questo porta ancora la mascherina. Per questo è il leader. Più degli altri. E poi ha continuato a giocare la partita anche quando è uscito, dalla panchina».
Vede una vittoria che vale lo scudetto? «Vedo solo tre punti in più. Vedo una vittoria importante contro una squadra tra le più belle viste al Maradona. Ho visto la reazione feroce di una squadra che dopo aver subito il pari, ha voluto in ogni modo conquistare il successo».
