Ferlaino ricorda Maradona: “Diego, un argentino che è diventato napoletano”

Il presidente dei due scudetti, ricorda il "Pibe de Oro"

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Diego lo avverti ancora adesso, eppure è stato rapito dal Barba ormai da due anni, è diventato Mito dopo essere stato Leggenda, è la rappresentazione di un vissuto che non potrà mai evaporare in chi come, Corrado Ferlaino, lo scelse come idolo del rinascimento calcistico napoletano e che su Ottochannel l’ha ricordato con commozione. «Ho sempre pensato che lui fosse nato a Napoli e che poi, di nascosto, fosse andato in Argentina. Era un napoletano per spirito, per modo di pensare, per quella ribelle a certe regole, riconoscendo solo quelle del campo, tant’è che era squisito e di una sportività enorme. Per me lui ha rappresentato il coronamento dei miei sforzi per vedere vincere il mio Napoli. Forse avrei potuto stargli un po’ più vicino, ma penso che sarebbe stato inutile».  
Maradona è stato il calcio, lo ha sublimato con un campionario di prodigi che solo un artista geniale e inimitabile poteva esibire, inserendoci dentro pure qualche «marachella» elevata a capolavoro come la Mano de Dios. Il Napoli è stato Maradona, perché con lui ha vinto il suo primo scudetto e sempre attraverso il suo talento ha conquistato anche il secondo ed ultimo: poi, la nebbia della normalità, gli abissi del fallimento del 2004 e la resurrezione attraverso il progetto di De Laurentiis, al quale Corrado Ferlaino, l’ingegnere ma pure – per sua stessa definizione «il carceriere di Diego» – ha già avanzato una richiesta con rigoroso rispetto per la scaramanzia che induce a non pronunciare mai quella parola. «Speriamo, forse il Milan è l’avversario più temibile. Per giugno attendo da De Laurentiis un invito per l’ultima gara allo stadio: comunque vada il campionato sarà magnifico lo stesso». Il Diego Armando Maradona sarebbe essere troppo piccolo, dinnanzi ad un sogno.

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Fonte: CdS

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