Lobotka: “Napoli, una città che mi trasmette energia. Con la Roma riscattare gli errori di Bergamo”

Il centrocampista slovacco parla anche del compagno di reparto Demme

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Certo poteva andare diversamente, ma il futuro è appena cominciato, per Stanislav Lobotka, El Lobo come lo chiamavano in Spagna, l’altro volto della regia che non fa drammi per la sconfitta con l’Atalanta e guarda avanti con fiducia:

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«Giochiamo bene ed esprimiamo un buon calcio, possiamo solo crescere».

La Champions è distante, non la si tocca (quasi) più, ma non c’è tempo per consolare i rimpianti, conviene andare oltre, pensando alla Roma ma anche al Barcellona, quando verrà: «Io ci credo, possiamo fare il colpaccio».

VOLTARE PAGINA

Lobotka, da pochi mesi a Napoli, un play moderno con tocco delizioso e regia panoramica, è lucido anche nell’analizzare la situazione: «La Roma, per noi, sarà un’opportunità per reagire» le sue parole a Kiss Kiss Napoli. «Torneremo al San Paolo e sarà una gara importante, Gattuso ci ha chiesto di non mollare. Siamo certi di avere le qualità per battere la Roma». 

CHAMPIONS LONTANA

Serviva una vittoria per avvicinarla, invece è arrivata una sconfitta che Lobotka motiva così: «Nel primo tempo abbiamo fatto bene, nella ripresa alcuni errori sono stati fatali. Dopo abbiamo provato a fare gioco, siamo riusciti a creare qualche occasione, ma l’Atalanta si è difesa bene».

La Champions è un miraggio: «Vero, 15 punti sono tanti e abbiamo anche perso lo scontro diretto, ma noi abbiamo il dovere di crederci fino a quando l’aritmetica ci darà speranze». 

VERSO IL BARÇA

La stagione non è finita e Lobotka lo sa: «Le motivazioni vanno oltre la classifica, questo è il nostro lavoro e siamo concentrati per le prossime partite». L’appuntamento col Barcellona, ad agosto, può regalare sorprese: «Noi ci crediamo, conosciamo il nostro valore. Giocando come sappiamo, come nelle ultime gare, possiamo fare il colpaccio ed eliminare il Barcellona».  

EL LOBO

Lo chiamavano così, in Spagna, al Celta Vigo, dove Lobotka è diventato il faro della manovra:

«Rispetto a Demme, che è diverso da me, col quale mi completo, io gioco più in verticale per servire gli attaccanti, invece lui corre tanto e lavora benissimo nella fase di non possesso. Siamo entrambi utili»

La città lo ha già stregato anche per motivi personalissimi: «Sono diventato papà di un bimbo che mi dà tanta energia, e poi la gente di Napoli è sempre sorridente e mi trasmette tanta carica». 

LO MANDA MAREK

Non è stato difficile scegliere Napoli, gliel’ha consigliata Hamsik, che qui è di casa, ha le chiavi della città: «Ci siamo sentiti spesso quando stavo per firmare, mi ha aiutato molto, mi ha messo in contatto con alcuni amici e continuo a sentirlo anche adesso». Una garanzia.

Fabio Mandarini (Cds)

 

 

 

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