C. Ferlaino: “Dopo questa pandemia il calcio non sarà più come prima”

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E’ stato il presidente dei due scudetti, oltre che portò a Napoli il più grande giocatore del mondo Diego Armando Maradona. Stiamo parlando di Corrado Ferlaino che in un’intervista a “il Roma”, ha detto la sua sul Coronavirus e non solo.

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Lei ha vissuto la Seconda Guerra Mondiale. Riesce ad associare quel periodo a questi giorni?
«Ero un ragazzino, quindi non la vivevo allo stesso modo. I problemi erano più dei miei genitori che miei. Adesso ho la responsabilità di avere di avere figli e dargli dei consigli, restando chiuso in casa».
Come affrontava il mondo del calcio quel periodo e come è cambiato oggi nell’approcciare in questo momento di difficoltà? «Allora come oggi si fermarono ovviamente i campionati. Comunque da prima della guerra a dopo, il calcio, il mondo, l’Italia hanno subito dei cambiamenti radicali. Non so se ora con il Coronavirus ritorneremo come prima, ma non credo proprio. Penso che il mondo sarà diverso».
Alla fine di tutto, dal punto di vista economico ci saranno grossi problemi per le società. Giusto tagliare gli stipendi ai giocatori? «Penso che il mondo del calcio dovrà risolvere tanti problemi, non solo quello degli stipendi. Ci sono squadre che ad esempio hanno avuto giocatori in prestito, hanno investito tanto e non possono utilizzarlo. C’è anche il problema della fine della stagione, i campionati solitamente il 30 giugno sono già conclusi, ma questa volta probabilmente non sarà così. Il mondo del calcio ad oggi ha grossissimi problemi. C’è la Lega Calcio che ha tutti presidenti che pensano ai fatti propri e non è in grado di risolvere questi problemi. La Federazione non è fortissima, quindi ci sono Uefa e Fifa che devono intervenire, ma devono gestire anche le date di Champions ed Europa League. Un altro problema sono i procuratori, che guadagnano quando i giocatori cambiano società: ce ne sono tanti che fanno cambiare appositamente i propri assistiti».
Da presidente come avrebbe affrontato un’emergenza del genere? «Qui non va affrontato singolarmente, deve intervenire in contemporanea tutto il sistema calcio italiano. Personalmente avrei chiesto alla Federazione di tutelare il mio club, che ha gli stessi problemi di tutte le altre squadre. L’unica speranza è che i vari presidenti non pensino solo agli interessi dei propri club».
Avrebbe fatto tornare il suo Napoli ad allenarsi? «La situazione non lo consente. Inoltre non è possibile una cosa del genere, considerato anche il fatto che non sarebbe giusto far allenare un club e altri no. Già il problema di fermare i campionati crea un disagio alla classifica italiana. C’erano delle squadre in grande forma, come Atalanta e Lazio. Alla ripresa non potrebbero essere al top come prima. Perché anche se riprendono gli allenamenti, il vero test è la partita di campionato. L’unica squadra che non avrebbe problemi sarebbe il Benevento, perché con la sua situazione di classifica, anche se i giocatori non tornassero in forma, il campionato lo vincerebbe lo stesso».
Un messaggio a tutti i tifosi del Napoli per uscire da questo momento…. «Oggi ci sono dei problemi importanti, essenziali. Voi tenete duro, non mollate e continuate ad amare il Napoli».
La Redazione
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