ESCLUSIVA – P. Trapani (scrittore): “Il tifo identitario? Ognuno è figlio del proprio tempo”

All'interno l'intervista allo scrittore napoletano

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Il calcio di oggi si vive come sempre tra le giuste tensioni e le emozioni di una palla che rotola in attesa di esprimere le proprie opinioni a fine gara. Il Napoli in città è uno stato d’animo che crea dibattito dentro e fuori al terreno di gioco. Di questo ma anche del Campus e del suo libro ilnapolionline.com ha intervistato lo scrittore Paolo Trapani.

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Venerdì scorso eri al Campus 3s fondato dai fratelli Mandato. Cosa ti ha colpito in maniera particolare della manifestazione? “Io conosco da molto tempo Tommaso Mandato, anche i fratelli Luciano e Giovanni, due persone squisite e straordinarie al tempo stesso e ti posso dire che è stato un pomeriggio fantastico. La prevenzione è un concetto che con il tempo a Napoli è stato preso in grande considerazione, senza contare che il Campus ha fatto negli anni da eco in maniera incredibile. Cosa mi ha colpito? L’organizzazione, c’erano stend appositi per le visite e poi anche sport e spettacolo, insomma davvero tutto ottimo”.

Il tuo libro “Napoli, la città del calcio: una squadra, una maglia, un popolo” parla anche del tifo identitario che negli ultimi tempi è scemato. Cosa ne pensi in merito? “Ognuno è figlio del proprio tempo, nel senso che oggi ci si approccia al calcio in maniera diversa da molti anni fa. Prima si andava allo stadio con più trasporto, passione ed emozione, oggi invece sono cambiate molte cose. Anche l’avvento dei social e la massiccia prevalenza delle tv ha cambiato molto le cose e la gente è meno invogliata ad andare a vedere la partita da vicino. Un altro aspetto è che negli anni ’80 e ’90 i gol li vedevi in tv solo a determinate ore dopo molto tempo dal match, oggi invece tra tablet, telefonini e internet li vedi in qualsiasi momento, in tempo reale, perciò è tutto diverso dal passato ad oggi”.

Nel tuo libro si parla anche del rapporto tra i tifosi e il presidente De Laurentiis dove c’è chi è a suo favore e chi invece lo contesta? “Io credo che il presidente De Laurentiis dal punto di vista imprenditoriale stia facendo tanto per il Napoli e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. E’ chiaro che in questi anni non ha creato grande empatia con la piazza ed i tifosi in generale, però non faccio parte dello schieramento di chi è a suo favore o chi lo contesta. Il patron azzurro a mio avviso sta facendo il massimo in un momento storico dove la Juventus la fa da padrona ed esprime ormai una tirrania calcistica. Mi auguro che si possa vincere in Italia, perché il Napoli ha dimostrato di potersela giocare al meglio, però non dobbiamo rendere il tutto come un ossessione, ma vivere il tutto con la giusta serenità”.

Le ottime prestazioni dei nazionali azzurri, può essere da toccasana per il Napoli in vista del prossimo tour de force? “Le pause di campionato di solito non sono mai prese positivamente dagli allenatori, ma per il Napoli era importante per ritrovare il morale. Sono contento che si stiano mettendo in evidenza con le rispettive nazionali e in particolare Arek Milik. Il polacco aveva bisogno di sbloccarsi, il gol per un bomber è un toccasana indispensabile e se dovesse sbloccarsi anche in maglia azzurra sarebbe positivo per l’intero ambiente”.

Abbiamo conosciuto lo scrittore Paolo Trapani, ma non lo conosciamo in veste di tifoso. Come vivi le partite? “Io vorrei spesso vivere le partite allo stadio e quando c’è l’occasione cerco di essere presente. Essere al San Paolo è un vantaggio per vedere a 360 gradi la gara ed esprimere un giudizio. Purtroppo gli orari non mi permettono di essere sempre al campo a vedere la squadra di Ancelotti. Io vivo i match come tutti i tifosi, con le giuste tensioni, le gioie e gli inevitabili dispiaceri, ma sempre con la consapevolezza di vivere uno spettacolo e a fine gara esprimo i miei vari sentimenti”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Intervista a cura di Alessandro Sacco

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